Usa, Webcam nei nidi dell’aquile: 100 mln di clic non salvano il piccolo “Snap”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Giugno 2014 - 19:03 OLTRE 6 MESI FA
Web cam nei nidi dell'aquile negli Usa: 100 mln di clic non riescono a salvare il piccolo "Snap

L’illustrazione che accompagna l’articolo del New York Times

DECORAH (STATI UNITI) – Dagli Stati Uniti arriva una moda che fa discutere: si tratta delle webcam che trasmettono la vita in tempo reale di animali, generalmente aquile ed altri uccelli.

Si tratta di un peculiare genere di documentario naturalistico, privo di voce narrante e di montaggio.Le immagini sono a flusso continuo e mostrano gli animali nei loro momenti di vita. Si tratta di riprese che spesso sono piuttosto noiose: per intercettare un animale che fa qualcosa di interessante, bisogna aspettare anche giorni.

L’Eagle-Cam di Decorah, località al confine tra gli Stati americani del Minnesota e dell’Iowa, è stata installata vicino a un nido di aquile nel 2007 ed è stata considerata l’iniziatrice del nuovo genere. Questa EagleCam ha avuto notevole successo: si parla infatti di circa cento milioni di visualizzazioni all’anno.

Repubblica, citando e traducendo un pezzo di John Mooallem per il New York Times racconta un episodio che è accaduto ad un’aquila testabianca in Minnesota,  un giovedì sera di maggio.

“Gli spettatori della EagleCam gestita dal Programma selvaggina protetta del Dipartimento risorse naturali dello Stato hanno notato che uno dei tre aquilotti era immobile. Sembrava soffrire. Gli aquilotti testabianca sono teneri, ma certo non carini: hanno ali e zampe ingombranti e sproporzionate che si contorcono. Comunque il pubblico della EagleCam si era affezionato ai piccoli: molti, dopo tutto, li seguivano da quando le uova erano state deposte. Il Programma selvaggina protetta evita di dare un nome agli uccelli, ma su Facebook i fan avevano chiamato gli aquilotti Snap, Crackle e Pop” 

“(…)Snap non riusciva a tirarsi su per mangiare. Il mattino seguente, il Programma era bombardato di email, telefonate e commenti sui social media che li supplicavano di salvare Snap. La politica del Programma però è lasciare che la natura faccia il suo corso. (…)  lo sdegno cresceva di intensità con il trascorrere delle ore. A un certo punto, quel venerdì pomeriggio, si era ritrovata al telefono con una donna che ‘piangeva a dirotto, inconsolabile'”.

“Intanto notò, seguendo l’EagleCam, che uno dei genitori aveva portato una femmina di piccione morta per sfamare gli aquilotti. Sventrata la preda, le aquile avevano trovato dentro un uovo e avevano aperto anche quello per mangiarne il contenuto. Eppure (…) nessuna delle persone che criticavano il governo perché era pronto a lasciar morire Snap sembrava provare alcun turbamento. Le email continuavano, enfatiche. Alla fine, nel tardo pomeriggio, è arrivata una telefonata dall’ufficio del governatore: anche loro erano tempestati di telefonate. Un paio d’ore dopo, due addetti prelevavano Snap dal nido. L’aquilotto era gravemente ferito, probabilmente perché uno dei genitori lo aveva calpestato senza volerlo. Aveva una grave frattura all’ala e un’infezione generalizzata. Non c’erano speranze di salvarlo e Snap ha dovuto essere soppresso.”

“‘Vola alto e libero, piccolo Snap: hai dato una grande lezione a noi umani’, ha scritto su Facebook uno spettatore. L’umore sulla Rete era luttuoso ma riconoscente. C’erano faccine tristi e cuoricini rosa. Centinaia di persone hanno ringraziato il Programma per aver aiutato l’aquilotto. Grazie, ha scritto una donna, per ‘non averci fatto soffrire guardandolo morire'”.

“(…) Riposa in pace piccolino’, ha scritto un fan su Facebook. ‘Ora puoi volare con tutte le aquile fino al Ponte dell’Arcobaleno ‘. (…) Quando si tratta di animali, proviamo soprattutto sensazioni: di tenerezza, di empatia, di paura o di sgomento; e nel caso dell’aquila testabianca anche di patriottismo. Ma l’esito paradossale della vicenda di Snap è che forse non uccidere certi animali rappresenta il modo in cui li usiamo oggi: il bisogno che soddisfano è quello di proteggerli. Forse ci afferriamo alle specie che abbiamo deciso di non distruggere come prova della nostra compassione. E forse è per questo che abbiamo puntato delle webcam su di loro: per controllarle ogni volta che vogliamo e vigilare sulla loro incolumità”.

Ovviamente questi video delle eagle-cam  finiscono su YouTube. Eccone alcuni che si riferiscono a l’Eagle-Cam di Decorah: