Bimba annegata a Oderzo (Treviso), chiesto l’ergastolo per la madre

Pubblicato il 23 Marzo 2013 - 01:13| Aggiornato il 2 Novembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

VENEZIA – L’ergastolo è la richiesta del Pg di Venezia Antonio De Nicolò nel processo d’appello a carico di Simone Moreira, la donna di 26 anni, che era stata accusata di aver ucciso la figlia di due anni, il 2 settembre del 2009, gettandola nel fiume Monticano, a Oderzo (Treviso).

In primo grado, a Treviso, il 20 dicembre del 2011, la condanna era stata a dieci anni di reclusione per abbandono di minore, aggravato dalla morte della bimba ed in quanto commesso da un genitore. L’accusa aveva chiesto l’ergastolo sostenendo la tesi dell’omicidio volontario. Le sentenza non aveva accolto questa ipotesi accusatoria, ma non aveva soddisfatto neanche la difesa che aveva avanzato la richiesta di assoluzione o, in subordine, di riconoscimento dell’omicidio colposo.

La vicenda risale al 2 settembre del 2009 quando, dopo l’allarme lanciato dalla stessa madre, era stato ritrovato nelle acque del fiume il corpo della piccola Giuliana. L’autopsia aveva parlato di annegamento. La donna aveva sempre sostenuto che, durante una passeggiata serale nel centro semideserto della cittadina trevigiana, la piccola le era sfuggita di mano e che non era più riuscita a ritrovarla. Solo dopo una prima ricerca la madre aveva chiesto aiuto e chiamato anche un conoscente.

Le indagini avevano in seguito portato la procura di Treviso a ritenere la donna responsabile della morte della bimba, ma le ragioni che sarebbero state legate al suo gesto non erano mai state chiarite. Simone Moreira aveva trascorso anche sette mesi in carcere e, una volta uscita, si era rifatta una vita diventando madre per la terza volta ma rimanendo poco più tardi colpita da un ulteriore lutto per la scomparsa prematura del nuovo compagno. Il processo d’appello proseguirà con le arringhe della difesa e la sentenza il prossimo 12 aprile.