Abruzzo/ Bagno di folla per Benigni in visita ai terremotati. Raffica di battute su Berlusconi e Bertolaso

Pubblicato il 17 Agosto 2009 - 09:58 OLTRE 6 MESI FA

Un Roberto Benigni in forma strepitosa ha intrattenuto i terremotati d’Abruzzo il sedici agosto.

Il comico toscano, come da tradizione, ha preso di mira il presidente del Consiglio: «Ieri è venuto Berlusconi, ma non mi hanno avvertito. Se fossi venuto anch’io, ci sarebbe stato un altro terremoto. Avremmo fatto: Berlusconi, Verdone e Benigni, i tre più grandi comici italiani all’Aquila».

Roberto Benigni, pantaloni scuri e maglietta blu della protezione civile, è arrivato a Paganica, tra gli sfollati del campo numero 3, dopo un breve giro nel centro storico dell’Aquila che ha aperto la sua giornata fra i terremotati d’Abruzzo.

Accompagnato dal comandante della protezione civile, Guido Bertolaso, e dal capo di gabinetto del ministero dei beni culturali, Salvo Nastasi, il premio oscar è entrato nel tendone, dove la protezione civile di Trento ha allestito la mensa, sgusciando sotto la tavola imbandita, e ha preso in braccio la corpulenta cuoca Valeria e mettendosi a servire lo spezzatino.

A salutarlo, dopo poco, sono arrivati anche gli psicologi volontari accolti da un caloroso saluto del comico: «meno male che siete qui!».

Quindi, il bagno di folla: una  ragazza che dice di chiamarsi Noemi chiama una nuova battuta:«non c’é solo la Noemi di Berlusconi! Sai che il tuo nome viene dalla Bibbia?».  Poi è stata la volta degli autografi. Sull’abito della signora Rossana, accanto alla scollatura, Benigni ha scritto: «Mi porti in seno». Sull’ingessatura al braccio di un’altra signora:«A Pia, questo gesso vada via».

Quindi, dopo le foto di rito, Benigni si è diretto ad Onna dove è stato accolto da Giustino Parisse, il vice capo redattore del quotidiano Il Centro che nel terremoto ha perso i figli Domenico e Maria Paola e il padre.

Una sosta davanti all’Albero della memoria, il possente acero sotto il quale sono state deposte le 40 vittime del paese appena estratte dalle macerie; poi un breve giro nel cuore di Onna, sventrato dalla scossa.

É provato Benigni quando arriva nella tendopoli a ridosso del piccolo centro, ma subito scherza con un signore, che porta scritta dietro la maglietta l’ora del terremoto, 6 aprile 3.32. «Mi chiamo D’Ascenzo Giovanni: in tv la facevo più brutto», dice l’uomo a Benigni. Pronta la risposta dell’attore:«Anch’io lo pensavo di Berlusconi, e dal vivo è ancora più brutto. Meno male che c’é Bertolaso che ci protegge dalle calamità e pure dallo straripamento di Berlusconi. Bertolaso proteggici! Berlusconi straripa, è un fiume in piena».

Poi, commosso, ha salutato la gente di Onna:«Essere qui con voi è per me un grande regalo. Siete un esempio per tutto il mondo! Noi non vi dimentichiamo: se le promesse non vengono mantenute, urlate e chiedete, non vi zittate mai!».

Ancora una tappa ai cantieri di Bazzano, poi lo show finale a Coppito, nell’auditorium della scuola della guardia di finanza dove è stato accolto con una standing ovation quasi 2 mila persone.

«Non sono venuto qui a parlar male di Berlusconi e del governo», ha scherzato Benigni. «E come l’Italia: giusto o sbagliato che sia, è il mio paese. Sbagliato o sbagliato che sia, Berlusconi è il mio presidente. Ma non vi preoccupate, perché manterrà le promesse: ha detto che le prime case saranno pronte a settembre e così sarà. Io e Bertolaso siamo andati a casa sua, vestiti di nero e con poco trucco come piace a lui, e glielo abbiamo raccomandato».

Per chiudere, Benigni ha scelto il monologo di Ulisse dal canto 26 dell’Inferno e un impegno: «Spero di tornare quando la ricostruzione sarà avvenuta, per gioire con voi e andare tutti insieme a riveder le stelle».