Afghanistan/ Cambio della guardia ai vertici militari Usa, rivalità tra generali?

Pubblicato il 16 Maggio 2009 - 16:21 OLTRE 6 MESI FA

A pochi giorni dal fulmineo licenziamento da parte del Pentagono del comandante in capo delle forze Nato in Afghanistan, generale David McKiernan, gli osservatori sono ancora perplessi circa il motivo della destituzione, giunta del tutto inattesa, secondo un’analisi del settimanale The Economist.

Tanto più sorprendente mentre è in preparazione una massiccia offensiva americana nel sud del Paese, e dato che la reputazione del generale sembrava a tutti in ascesa. Era stimato dallo stesso presidente Barack Obama, che ne apprezzava la strategia, e gli era stata data carta bianca con il comando di tutte le forze presenti in Afghanistan: truppe Nato, americane e Special Forces.

E allora? Secondo l’Economist la risposta va almeno in parte cercata nelle rivalità esistenti tra gli alti gradi delle forze armate americane. McKiernan guidò le forze di terra durante l’invasione dell’Iraq nel 2003, avendo come suo subordinato il generale David Petraeus, diventato poi suo superiore quando gli è stata affidata la guida del Comando Centrale in Afghanistan. Tra i due potrebbe essere rimasta della ruggine.

Inoltre, secondo ambienti diplomatici, il nuovo ambasciatore Usa a Kabul, Karl Eikenberry, un ex-generale che ha prestato servizio in Afghanistan, avrebbe detto di trovare difficile lavorare con McKiernan.

D’altra parte, il sostituto di McKiernan, generale Stanley McChrystal, fino all’anno scorso è stato a capo del Joint Special Operations Command in Iraq, ed ha contribuito segnatamente al successo ottenuto in quel Paese dal generale Petraeus. In aggiunta, il nuovo ambasciatore Eikenberry ha dichiarato di andare perfettamente daccordo con Mchrystal.

L’Economist però esprime qualche dubbio sui trascorsi di McChrystal, tanto in Iraq che in Afghanistan, rilevando che le sue Special Forces hanno ottenuto importanti successi nella lotta contro i talebani, rendendosi però anche responsabili di alcuni dei maggiori errori in operazioni andate a male che hanno causato la morte di numerosi civili durante i bombardamenti.

Certi analisti temono che il comando di McChrystal in Afghanistan possa inaugurare un approccio militare più aggressivo, addirittura con sconfinamenti in Pakistan. Non per nulla l’inviato delle Nazioni Unite a Kabul, Kai Eide, lo ha subito avvertito che le regole del suo predecessore McKiernan dirette a limitare le perdite civili ”devono essere rispettate”.

In ogni caso, scrive l’Economist, la nomina di McChrystal indica la determinazione degli Stati Uniti, forse disperata, di ottenere risultati in Afghanistan e di ottenerli quanto prima possibile. Lo pensano anche i talebani: un loro portavoce ha dichiarato alla rivista che gli americani ”stanno perdendo non solo la pazienza, ma anche la speranza”.