Turchia: muore a 15 anni ferito a Gezi Park, a migliaia in piazza

di Francesco Cerri (Ansa)
Pubblicato il 12 Marzo 2014 - 01:59 OLTRE 6 MESI FA

Clashes after boy dies from injury at Turkey protestsANKARA- Un’ondata di rabbia e di dolore ha scosso la Turchia oggi dopo la morte di Berkin Elvan, 15 anni, un ragazzo alevita di Istanbul ferito durante una manifestazione di Gezi Park in giugno in coma da nove mesi, diventato il simbolo della repressione subita allora dai giovani turchi ostili al premier Recep Tayyip Erdogan.

Migliaia di persone sono scese in piazza in tutto il Paese in segno di lutto, di solidarietà con la famiglia e di protesta a Istanbul, Ankara, Smirne, Adana, Trebisonda, Antalya, Antiochia, Diyarbajkir e altrove. Ci sono stati scontri violenti a Kizilay, nel cuore di Ankara, e a Istanbul, attorno a Taksim. Le forze antisommossa hanno caricato la folla, usando anche gas lacrimogeni e cannoni ad acqua. Ci sono stati diversi feriti, secondo le reti sociali. La folla ha gridato “Berkin è eterno”, contestando duramente il premier allo slogan di “Erdogan assassino!”.

La madre del ragazzo era uscita dall’ospedale in lacrime questa mattina: “Non è stato Dio a togliermelo, me l’ha portato via Erdogan”, aveva accusato. Durante le grandi rivolte di Gezi in giugno il premier islamico aveva denunciato i milioni di giovani manifestanti che lo contestavano come “vandali” e “terroristi” e aveva incoraggiato la polizia a reprimere duramente il movimento. A Istanbul ci sono stati incidenti già all’ospedale. Centinaia di persone sono accorse quando si è sparsa la notizia della morte del ragazzo. La polizia ha lanciato lacrimogeni. La folla ha gettato sassi contro un bus delle forze dell’ordine.

Berkin è il settimo giovane morto a causa delle violenze della polizia durante le grandi proteste di Gezi Park, che avevano fatto anche 8mila feriti. Era uscito di casa il 16 giugno per comprare il pane per il pranzo. Non è mai tornato. Passando vicino a una manifestazione, era stato colpito alla testa da una granata lacrimogena sparata da un agente a tiro teso e altezza d’uomo. “E’ uscito per comprare il pane ed è andato in paradiso”, titola Radikal. Da allora non è più uscito dal coma. Negli ultimi giorni pesava ormai solo 16 chili. Nessuno è stato incriminato per averlo colpito. L’agente che ha sperato il candelotto non è mai stato identificato.

La vicenda di Berkin ha commosso il Paese. In molte città ci sono stati immediati sit-in di cordoglio. Ad Ankara un uomo si è seduto nella piazza di Kizilay con davanti un pezzo di pane e a un cartello con la scritta “Sono Berkin”. In pochi minuti lo hanno raggiunto decine di passanti, appoggiando a loro volta per terra il pane comprato per il pranzo. A Istanbul, nel quartiere alevita di Okmeydani, dove abitava il ragazzo, i negozi hanno abbassato le saracinesche. Un panettiere ha esposto un cartello: “Pane gratis per chi ha 15 anni”. Studenti di molte scuole e università turche hanno boicottato le lezioni. Il capo dello Stato Abdullah Gul si è detto “costernato” dalla morte del ragazzo ed ha espresso le condoglianze alla famiglia.

La morte di Berkin, a meno di tre settimane dalle cruciali elezioni amministrative del 30 marzo, mentre il premier è invischiato nella tangentopoli turca che fa tremare il potere islamico, rischia ora di accendere una nuova ondata di agitazioni. Con conseguenze imprevedibili sul voto.