Australia/ La rivoluzione sommersa dei contadini. “Aspettiamo il programma anti-CO2: servono nuove regole contro i cambiamenti climatici e la vendita dei crediti del carbonio”

Pubblicato il 18 Giugno 2009 - 19:47 OLTRE 6 MESI FA

Mentre i big dell’industria australiana continuano a protestare contro i costi di riduzione dei gas serra e sulla scìa della nevrosi mondiale dovuta alla crisi in atto ottengono anche alcune agevolazioni, si prospetta una vera e propria rivoluzione dal basso in tema di rinnovabili. Dalle colline del Winona, i contadini propongono nuovi strumenti di lotta ai cambiamenti climatici. La loro speranza è quella di vendere i crediti del carbonio presente nel suolo. La prospettiva sembra piuttosto avveniristica, ma i “contadini del carbonio” assicurano che si può fare. Colin Seis, a capo della rivoluzione di Winona ha estratto l’anidride carbonica dall’atmosfera e aumentato il contenuto di carbonio del suolo, così da migliorare i pascoli per i prossimi dieci anni.

«Il suolo è la maggiore riserva di carbonio di cui disponiamo. Va tenuto sotto controllo, perché solo le piante sono in grado di estrarre biossido di carbonio dall’atmosfera», spiega Seis che ha una distesa di 840 ettari nell’Australia orientale, dove pianta cereali per assicurare che i pascoli siano coperti a rotazione durante l’anno e per permettere l’assorbimento costante di carbonio e ridurre l’erosione.

Ma se il governo australiano ha fatto dietro front sulle norme anti-CO2, prorogando al 2011 l’entrata in vigore del nuovo regolamento per tagliare le emissioni inquinanti, gli agricoltori spingono affinché vengano chiarite le clausole di assegnazione dei crediti nel prossimo programma verde. Intanto l’obiettivo della riduzione del 5 per cento dei gas serra entro il 2020, è considerato molto modesto, se non addirittura insufficiente dagli ambientalisti locali che reclamavano un taglio del 25 per cento.

Secondo quanto prevede lo Scheda Emissioni di Canberra il commercio è così regolamentato: dieci dollari alla tonnellata per il primo anno e poi libero mercato con un valore annunciato intorno ai 25 dollari alla tonnellata.