Beatrice Borromeo, la nuova Carla Bruni. “Vespa non mi ha invitato per colpa di AnnoZero”. Di Pietro? “Almeno lui non si fa le leggi per evitare i processi”

Pubblicato il 4 Agosto 2009 - 23:36 OLTRE 6 MESI FA

Secondo i più è la nuova Carla Bruni. Bellezza, classe e intelligenza, ci sono tutte. E anche una forte dose di sicurezza. Ma le somiglianze di Beatrice Borromeo con la “premiere femme” non finsicono qui: tutte e due, infatti, hanno iniziato con la moda.

Per la Borromeo, però, è stata una parentesi breve; poi è scoccato l’amore per il giornalismo e le passerelle sono diventate un ricordo neppure troppo rimpianto.

Intervistata dal Corriere della Sera, Beatrice Borromeo si sbilancia su tutto tranne che sul lavoro. Si da per certa una sua presenza nella redazione de “Il Fatto” nuova iniziativa editoriale dell’ex direttore dell’Unità Antonio Padellaro. Ma la giornalista  fidanzata con Pierre Casiraghi, terzo in linea di successione al trono monegasco, sceglie la cautela e la scaramanzia: «Finché non si firma un contratto meglio tacere».

Una stilettata, però, la Borromeo la riserva a Bruno Vespa, che aveva promesso di invitarla a Porta a Porta. Poi per la giornalista è arrivata la collaborazione con Anno Zero di Michele Santoro e le Porte della “Terza Camera” non si sono mai aperte: «Prima di Anno Zero mi invitavano in continuazione, ma anche se avevo le idee meno chiare capivo che era un programma dove non volevo esserci. In quest’occasione, per misurarmi non solo con Previti ma anche con Mastella, ci sarei andata. Sono ancora qui che aspetto».

In politica, invece, la Borromeo non ha nessuna paura di schierarsi e difende la sua scelta di vicinanza all’Idv. Di Pietro, per la ex modella, «si è mosso sempre nella legalità, non si è fatto leggi ad personam per sfuggire i processi».

La Borromeo, infine, è consapevole di appartenere ad una minoranza che continua a seguire la politica, in un clima di disaffezione e disinteresse generale. «Perché stupirsi? I ragazzi della mia età sanno che la situazione è questa, che far parte della classe dirigente italiana significa delinquere senza pagarne il prezzo. Che è inutile studiare, tanto sarai sempre scavalcato da qualcuno che probabilmente è meno bravo di te. Vivono una frustrazione dopo l’altra, senza avere un Obama che galvanizza tutte queste forze».