BERLUSCONI, AGENDA PER IL 2009: ”GIUSTIZIA, INTERCETTAZIONI E FEDERALISMO”

Pubblicato il 31 Dicembre 2008 - 16:34 OLTRE 6 MESI FA

Berlusconi_composto La riforma della giustizia, la crisi economica, il federalismo e il Pd. Sono alcuni degli argomenti affrontati dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi in una lunga intervista al Giornale. Il premier ha colto l'occasione per parlare anche di Alitalia e di evasione fiscale, rivelando un aneddoto: "Hanno tentato di vendermi senza fattura una pianta rara per il mio parco botanico in Sardegna".

Giustizia. La riforma della giustizia, che arriverà in Consiglio dei ministri nella "prima seduta del nuovo anno", darà benefici anche economici al Paese. Con la crisi, ha detto il premier al Giornale, "è il momento giusto per fare riforme che non incidono drammaticamente sui costi pubblici, come quella della giustizia, del processo civile e di quello penale, oltre che delle intercettazioni telefoniche", grazie alle quali "l'Italia potrà avere grandi benefici sul piano della modernità ma anche sotto il profilo economico".

Separazione delle carriere. Nella riforma della giustizia ci sarà la separazione delle carriere, con i "magistrati accusatori, che chiameremo 'avvocati dell'accusa', che dovranno avere gli stessi doveri e gli stessi diritti degli avvocati della difesa". Quanto alle indagini, "restituiremo alla polizia giudiziaria il ruolo che aveva sin dal 1989 mentre ora l'iniziativa è interamente nelle mani dei pm, che sono di fatto sottratti ad ogni controllo, con conseguenze devastanti".

Intercettazioni. Le intercettazioni "vanno consentite solo per i reati più gravi", anche per mettere fine al "teatrino mediatico giudiziario che viola un diritto primario di ogni cittadino come la privacy".

Taglio delle tasse e federalismo. Entro la fine della legislatura il governo sarà in grado di tagliare le tasse. Berlusconi ha sottolineato che uno dei problemi "più seri" da risolvere è quello dell'evasione fiscale, cui darà un forte contributo l'approvazione del federalismo fiscale. "Sono certo – ha spiegato il premier – che entro la fine della legislatura la rivoluzionaria innovazione della finanziaria per tre anni, inattaccabile dalle lobbies parlamentari, darà i suoi frutti e ci consentirà di far scendere la pressione fiscale".

L'aneddoto. Per farlo, però, oltre a "ridurre drasticamente il costo della macchina statale" bisogna intervenire anche sull'evasione fiscale. "il fenomeno è diffuso al di là di ogni immaginazione", spiega il premier raccontando che anche a lui hanno tentato di vendere senza fattura una pianta rara per il suo parco botanico in Sardegna. Ma il "federalismo fiscale ci darà grande aiuto per sconfiggere questo malcostume, perché i Comuni saranno coinvolti nell'accertamento dei redditi dichiarati".

Bossi? Un amico. Berlusconi ha approfittato dell'intervista anche per confermare la ''solida amicizia con Bossi'' e con il leader della Lega ''non c'è nessun contrasto'', smentendo le frizioni sulla priorità tra federalismo e presidenzialismo.

Crisi economica. Il 2009 porterà agli italiani un risparmio medio di "oltre mille euro" a testa. "La profondità e l'estensione della crisi sono nelle mani dei cittadini consumatori", ha affermato il premier sottolineando che una riduzione degli acquisti porterebbe a una riduzione della produzione "dando vita a un circolo vizioso che potrebbe risultare molto rischioso". A conti fatti, ha spiegato Berlusconi, "nel 2009 ci sarà un risparmio medio di oltre mille euro per ogni italiano, grazie al minore costo del pieno dell'auto e delle bollette della luce e del gas": in totale, "sommando i vari risparmi possibili, ogni famiglia potrebbe trovarsi nel 2009 con un bonus di oltre mille euro per componente". Somma che andrà ad aggiungersi "al pacchetto di misure decise dal governo per tutelare le fasce sociali più disagiate".

Veltroni e Di Pietro. Il Veltroni dialogante del Lingotto non si è mai visto e l'abbraccio con l'Italia dei Valori di Antonio di Pietro si sta rivelando "mortale per il Partito democratico", ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, tornando a ribadire che non si siederà "mai al tavolo" con chi "insulta l'interlocutore ogni giorno".

Lodi a Fini. ''Fini si sta mostrando nei fatti un presidente della Camera equilibrato e competente''. In un paragone con il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini, presidente prima di Fini, Berlusconi ha detto che il primo, ''più che guardare al futuro, mi sembra preso dalla nostalgia di un passato che non tornerà più''.

Murdoch. ''C'è un proverbio che dice: si cambia casa, non gli amici. Ecco, Murdoch è un vecchio amico e ha capito meglio di altri che sull'Iva da applicare alla tv satellitare a pagamento non potevamo sottrarci al diktat dell'Europa''.

Donne in pensione a 65 anni. "Penso che la parificazione dell'età pensionabile delle donne si potrà fare in modo graduale e volontario", ha affermato il Presidente del Consiglio. Secondo Berlusconi non è praticabile l'ipotesi "di lasciare senza esecuzione la sentenza della Corte di giustizia europea" che prevede la parità dell'età pensionabile fra uomini e donne. Berlusconi ha escluso comunque interventi più generali sulle pensioni.

Fine della carta. "Entro il 2012 prevediamo l'abolizione totale della carta nella pubblica amministrazione. Ogni pratica sarà digitalizzata con l'eliminazione delle code agli sportelli e con la possibilità per tutti di operare dalla propria casa o dal proprio ufficio attraverso il computer e Internet e ogni cittadino sarà dotato di una propria casella di posta elettronica per i rapporti con la pubblica amministrazione".

La Cgil. "Il governo prima illustra le sue proposte alle parti, poi ascolta le loro richieste e alla fine decide. Il ricatto permanente non deve più funzionare". Silvio Berlusconi al Giornale ha illustrato così la sua visione dei rapporti con i sindacati, in particolare con la Cgil, divisi in questi mesi sulla strategia da adottare nella firma degli accordi su Alitalia o il pubblico impiego. "Sul caso Alitalia – ha detto il premier – la Cgil prima ha agito in simbiosi con la sinistra per ostacolare l'accordo. Poi, resasi conto dell'impopolarità del suo comportamento si è seduta al tavolo con gli altri sindacati ed ha contribuito al successo dell'accordo. Sul pubblico impiego la Cgil si è autoesclusa dalla firma. Ma è probabile che, poi, di fronte al risultato ottenuto dai lavoratori pubblici in un momento di crisi, un aumento di 70 euro al mese, il vertice della Cgil si sia reso conto dell'errore".