Berlusconi: “Grumi eversivi tra i giudici”. Qualche fischio in platea e lui replica: “Siete irrilevanti”

Pubblicato il 28 Maggio 2009 - 16:56 OLTRE 6 MESI FA

Il premier Silvio Berlusconi parla di giustizia all’assemblea di Conferscenti affermando che esistono «grumi eversivi» all’interno dell’ordine giudiziario. Poi Berlusconi ha assicurato: «Non lascerò la politica fino a che non saremo riusciti a dividere l’ordine dei magistrati dell’accusa da quello dei magistrati che giudicano. Per fare questo mestiere occorrerà fare un esame specifico e anche esami attitudinali psicologici continuativi perché il giudizio di un’aula di tribunale può rovinare la vita a un cittadino. Alcuni magistrati molte volte portano infatti avanti accuse per pregiudizi anche politici o difendono un teorema accusatorio già smontato pezzo per pezzo solo per amore di tesi».

Proprio dopo queste dichiarazioni del premier, dalla platea salgono dei fischi e qualche “buh”, ai quali Berlusconi replica: «Siete in 4 o 5 a fischiare, siete percentualmente irrilevanti. Domani i titoli dei giornali saranno che io sono stato contestato, ma io ho le spalle larghe e così, anzi, si rafforza la mia volontà di operare nel bene di tutti e nell’interesse del Paese».

Dichiarazioni, quelle di Berlusconi, che hanno trovato il disappunto dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) che attraverso il suo presidente Luca Palamara, ha fatto sapere che «a differenza della politica, la magistratura non è impegnata in campagna elettorale e non vuole essere trascinata in un terreno di contrasto che non gli appartiene, tutto ciò fa male all’Italia».

Ancor più duro il commento del leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro: «Di eversivo c’è solo il comportamento di un presidente del Consiglio che invece di sottoporsi al giudizio della magistratura accusa i giudici che hanno scoperto che lui ha corrotto un testimone per risultare innocente. È eversivo oggi il presidente del Consiglio che ricopre quel ruolo non avendo le capacità morali, politiche e giudiziarie se si fosse sottoposto ai processi come tutti gli altri».