Berlusconi: “Più poteri al premier, cento deputati bastano, giustizia malsana”. E poi appello al popolo perchè “I capponi non festaggiano il Natale”

Pubblicato il 21 Maggio 2009 - 13:17 OLTRE 6 MESI FA

Inebriato dalla platea amica di Confindustria, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è lanciato in un discorso a braccio di quelli che non passano inosservati. È ritornato su un tema a lui caro, e sul quale più volte è stato contraddetto dai suoi stessi alleati: il rafforzamento dei poteri del premier a discapito del Parlamento.

«Avete un governo – ha attaccato il Cavaliere – che per la prima volta è retto da un imprenditore e da una squadra di ministri che sembrano membri di un Cda per la loro efficienza. Dobbiamo però fare i conti con una legislazione da ammodernare perché il premier non ha praticamente nessun potere e dovremo arrivare ad un ddl di iniziativa popolare perché non si può chiedere ai capponi e ai tacchini di anticipare il Natale». Cioè non si può chiedere ai parlamentari (i capponi) di votare una legge che ne riduca il numero, decimandoli (il Natale).

«Il presidente del Consiglio – ha aggiunto Berlusconi – non ha nessun potere perché la Costituzione è stata scritta dopo il ventennio fascista e quindi tutti i poteri sono stati dati al Parlamento e non al premier». Un organo che però «è pletorico» perché di membri «ne basterebbero un centinaio, come nel Congresso americano». «Quando si votano centinaia di emendamenti – ha continuato – nessuno sa che cosa si stia votando. Come si vota? si guarda il capogruppo che indica con il pollice se si vota così. Diranno che offendo il Parlamento, ma questa è la pura realtà».

Ma il Cavaliere non poteva mancare di farsi sentire su un altro argomento a lui caro: la giustizia, a processo Mills ancora caldissimo. E i toni come sempre non sono mai sulla difensiva: «Non sono solo indignato ma anche esacerbato (dagli esiti del procedimento contro l’avvocato inglese, ndr) e devo comunicare la mia indignazione perché quando queste cose succedono a Berlusconi, lui ha le spalle larghe, ma se succedono ad un cittadino normale sono cose che possono rovinargli la vita».

Lo stato della giustizia penale in Italia «è patologico». «Oggi leggo – ha ribadito il premier – sui giornali che un cittadino non è giusto che critichi i giudici, io credo invece che sia diritto di ogni cittadino criticare i giudici». «C’è tutto il mio impegno a riformare la giustizia penale e separare le funzioni – ha aggiunto – finché non ci sarà questa situazione in Italia nessun cittadino italiano sarà certo di avere un giusto processo».