Berlusconi va da Obama alla Casa Bianca, sull’onda degli scandali, dei complotti e delle gaffes. Ma insiste sulla abbronzatura

Pubblicato il 15 Giugno 2009 - 02:31 OLTRE 6 MESI FA

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è partito per Washington, dove, lunedì pomeriggio alle 15 locali, le 21 italiane, sarà finalmente ricevuto alla Casa Bianca dal presidente americano Barack Obama.

Berlusconi, che aveva tanto fatto e mosso per ottenere la convocazione, va da Obama sull’onda degli scandali che lo hanno scosso nelle ultime settimane, sull’eccessiva confidenza data al dittatore libico Gheddafi e delle ultime polemiche, da lui stesso scatenate.

Parlando sabato a un convegno di Confindustria, Berlusconi aveva parlato di un “progetto eversivo”  mirante a sostituirlo con un misterioso personaggio non eletto dal popolo, cui peraltro, nella stessa giornata di domenica, il Giornale, del fratello di Berlusconi ha dato l’identità del governatore della Banca d’Italia Mario Draghi.

Berlusconi ha dormito sabato notte nella splendida villa che il figlio Piersilvio ha preso in affitto tra Paraggi e Portofino, vicino a Genova, in Liguria.

La notte vicino al mare deve averlo ritemprato, perché domenica sera, mentre saliva in macchina per andare all’aeroporto di Genova e da lì proseguire per Washington, ha avuto anche voglia di una battuta: “Avete qualcosa da dire a Obama? Io vado bello abbronzato…” ha detto al gruppo di ammiratori e di fotografi che lo attendevano fuori della villa.

Il riferimento all’abbronzatura richiama una delle più clamorose gaffes fatta da Berlusconi da quando occupa palazzo Chigi: commentando l’elezione di Obama a presidente degli Usa aveva detto che Obama è anche “abbronzato”, allusione al colore scuro della pelle del presidente.

La battuta aveva fatto il giro del mondo, contribuendo certamente a rendere più freddo il già freddo atteggiamento di Obama nei confronti di Berlusconi.

Prima di salire in macchina Berlusconi si è anche fatto fotografare con alcuni sostenitori e ha scambiato strette di mano.