Boffo, Feltri e Berlusconi. “L’Avvenire e quel brutto segno del silenzio trasversale dei garantisti”. Paolo Franchi sul Corriere della Sera
L’articolo che Blitzquotidiano propone oggi come articolo del giorno è un commento di Paolo Franchi sul Corriere della Sera ed è intitolato: “L’Avvenire e quel brutto segno del silenzio trasversale dei garantisti”.
L’articolo si riferisce alla vicenda di Dino Boffo e alla campagna di stampa contro di lui avviata dal quotidiano il Giornale, diretto da Vittorio Feltri e di proprietà della famiglia del primo ministro Silvio Berlusconi.
L’assenza di garantismo dalla vita italiana, e di conseguenza anche dalla vita politica e da quella giudiziaria, è un male che ci affligge tutti i giorni e che ha avuto il suo momento più acuto e determinante a partire da mani pulite, momento in cui è stata data copertura politica all’uso del carcere come strumento di indagine.
Lo spunto del caso Boffo dovrebbe essere l’avvio di una riflessione più ampia sulla necessità di maggiori garanzie di presunzione di innocenza per tutti, come stanbilisce, invano, la Costituzione. L’articolo di Franchi fornisce buona materia di riflessione.
Comincia così:”Tra le vittime lasciate sul campo [dal] caso Boffo, ce n’è una di cui sin qui non si è praticamente parlato. Si chiama garantismo. E non riguarda solo i diritti di indagati e imputati. Intendiamoci. In Italia ha vissuto, da sempre, una vita assai grama: a sinistra come a destra, e se è per questo, pure al centro. L’idea che il garantismo valga solo per se stessi e per i propri amici e sodali magari la hanno teorizzata in pochi, ma la hanno praticata in tanti”.
“Stavolta, però, è successo qualcosa di più. Per motivi tutti politici, bisognava, costi quel che costi, moralizzare il moralizzatore. Bisognava dimostrare, o pesantemente insinuare, che non aveva alcun titolo per fare la morale a nessuno: come recita l’adagio popolare, anche il più pulito ha la rogna. Bisognava farlo saltare. La missione è riuscita, Dino Boffo si è dimesso”.
“Dirà il tempo se si è trattato di una missione politicamente intelligente (noi pensiamo proprio di no), o se i suoi effetti saranno negativi, e forse addirittura devastanti, come è lecito presagire e temere”.
Sul Corriere.it il seguito dell’articolo…