Borse crollano, banche, Cina, Grecia: i tanti perché

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 9 Febbraio 2016 - 14:06 OLTRE 6 MESI FA
Borse crollano, banche, Cina, Grecia: i tanti perché

Borse crollano, banche, Cina, Grecia: i tanti perché

ROMA – Borse crollano, perché si chiede Giuseppe Turani. La risposta è multipla.

Nemmeno ai tempi del crollo del Nasdaq (titoli informataci), passato da quasi 5000 a poco più di mille, di molti anni fa si era visto qualcosa del genere. Tutto crolla, da giorni e giorni, non si sa bene perché, ma comunque i listini picchiano verso il basso. E lo spread italiano è già arrivato vicino a quota 140: poche settimane fa era andato sotto quota 100.

In Borsa gli operatori non hanno le idee chiare. Molti parlano di arrivo imminente di un’altra grande recessione. Altri dicono che la crisi in cui si dibatte la Grecia (solita cronica mancanza di soldi) potrebbe essere la miccia che innesca l’esplosione dell’euro e quindi dell’Europa. Altri, più lucidamente ma senza grandi elementi in mano, puntano il dito contro una straordinaria operazione al ribasso: le grandi banche d’affari e i grandi fondi non avrebbero nessuna fiducia su come sono condotte le cose oggi e quindi starebbero vendendo tutto, in attesa di tempi migliori.

In questo mix di sentimenti e di vendite effettive, di listini che crollano e di operatori che affermano di non capirci più niente, è difficile ritrovare un filo rosso. I miliardi persi nelle Borse si contano ormai a migliaia di miliardi, ma senza nemmeno sapere bene perché.

In questo caos, comunque, c’è un solo punto fermo. Le perturbazioni sono cominciate quando il Federal Open Market Committee della Federal Reserve ha deciso di alzare i tassi di interesse in America. La misura era stata annunciata da tempo e l’aumento è stato quasi irrisorio, anche se seguito dall’annuncio che sarebbe stato solo il primo. Sembra quasi impossibile che quel piccolissimo aumento abbia provocato un simile disastro, un’inversione di rotta così radicale in mercati che stavano andando bene. Anche perché, ripeto, era stato annunciato e nessuno può dire di essere stato sorpreso.

Allora è possibile che le vendite massicce di questi giorni siano solo una mossa per premere sulla Fed e farle cambiare opinione, riportando il costo del denaro a zero? E’ questo il braccio di ferro in corso sui listini?

Forse. Ma, se è così, la prova del fuoco ci sarà mercoledì il presidente della Federal Reserve, la colomba Janet Yellen, sarà ascoltata davanti al congresso. E certamente parlerà dei tassi. Si torna indietro o si va avanti con gli aumenti?

(Dal “Quotidiano Nazionale” del 9 febbraio 2016)