Calcio/ Milan, Berlusconi: «Ancelotti? Decidiamo a fine campionato»

Pubblicato il 23 Maggio 2009 - 23:13 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi, interrogato sulla situazione del Milan e sul futuro di Carlo Ancelotti, ha ribadito di voler aspettare il termine della stagione per annunciare le sue decisioni:

«Decideremo alla fine del campionato. Io voglio bene ad Ancelotti, è uno di famiglia, come ho avuto modo di manifestare più volte. Vedremo alla fine, come finisce questo campionato e sentiremo anche lui: da amici decideremo il da farsi»

Riguardo le voci su Leonardo, il premier ha chiarito: «Anche su questo voglio aspettare la fine del campionato prima di fare valutazioni – ha detto Berlusconi a Sky – e prendere decisioni. Ripeto: sceglieremo in base all’incontro tra le nostre volontà e le prospettive comuni. Non voglio anticipare niente, prima questa decisione sia ancora assunta».

Per Maldini potrebbe esserci un futuro da allenatore?: «Non so dare una risposta – ha aggiunto Berlusconi – Credo che avrebbe i numeri per fare il tecnico, ma forse dovrebbe acquisire qualche capacità di compromesso in più rispetto a quelle che ha dovuto avere facendo il capitano. Paolo sul podio dei rossoneri? Maldini è sicuramente tra i primi tre, come anche Baresi. Il terzo posto, però, non posso assegnarlo: bisognerebbe avere più gradini e un podio più ampio.

Non vorrei fare scelte, ho voluto bene a tutti i nostri ragazzi, che ci hanno consentito di essere il club più titolato al mondo. E che mi hanno permesso di essere il presidente più premiato, con al secondo posto il presidente Bernabeu del grande Real Madrid».

Riguardo le voci che lo vorrebbero il “vero” allenatore dei rossoneri Berlusconi spiega: «Io decidere la formazione? Mai, anzi credo che il Milan sia la società che ha rispettato di più la libertà di decisione dei propri allenatori. Naturalmente si discuteva quando ebbi a seguire da vicino la squadra e certamente ero presente nelle discussioni tecniche prima della partita.

Credo anche di avere dato un mio contributo, soprattutto per quella missione data al Milan di scendere sempre in campo padrone del campo e leale con gli avversari, per conseguire la vittoria con un comportamento generoso».