Camorra/ Il sindaco di Pompei “beccato” dai carabinieri al banchetto della nipote del boss Carmine Alfieri

Pubblicato il 31 Luglio 2009 - 15:20 OLTRE 6 MESI FA

Un blitz dei carabinieri al Castello Lancillotti di Lauro in provincia di Napoli ha guastato la festa di nozze di Agnese Perillo, 30 anni, e di Angelo Caldarelli, 32 anni, imprenditore. L’intervento delle forze dell’ordine è dovuto senz’altro alle parentele “scomode” della Perillo. La donna, infatti, è nipote di Salvatore Alfieri, fratello del più noto Carmine. Quest’ultimo fu protagonista della sanguinose guerra intestina camorrista degli anni ’80, prima di pentirsi nel 1993 chiamando in causa nomi importanti della politica e dell’imprenditoria.

Il matrimonio della Perillo e di Caldarelli si svolgeva nella prestigiosa cornice del Castello di Lauro di Nola. Alle 20 gli sposi hanno fatto ingresso nella splendida residenza dei principi Lancillotti. Poi alle 22, al momento dell’antipasto, ecco la sorpresa, l’ingresso nella sala di un reparto di militari in borghese e in divisa del reparto investigativo di Torre Annunziata e del Comando provinciale di Avellino, agli ordini del capitano Massimo Fettizio. Nel frattempo, le gazzelle dei carabinieri avevano accerchiato il Castello Lancellotti di Lauro. Sulle prime qualcuno ha pensato all’arrivo di un personaggio illustre ma ha dovuto presto ricredersi. I carabinieri sono intervenuti per procedere all’identificazione degli ospiti dopo che da una discreta ispezione nel pomeriggio era emersa la presenza alla cerimonia di numerosi pregiudicati.

Ci sono volute circa tre ore, e diversi momenti di tensione, per identificare i 200 invitati. Si è potuto stilare così una lunga lista di personalità, politici, manager, imprenditori, oltre che a noti pregiudicati dei clan Tamarisco e Gallo-Cavalieri. La sorpresa principale per i Carabinieri è venuta dalla presenza alla festa del sindaco di Pompei, Claudio D’Alessio, esponente del Pd. Dopo l’identificazione degli ospiti, è scattata la denuncia a piede libero per un 43enne per violazione della misura di sorveglianza speciale.

I commensali solo alla fine del blitz hanno potuto continuare i festeggiamenti.

Non si esclude che il blitz che ha visto operare le forze dell’ordine nasca da indagini sui nuovi assetti criminali campani e irpini in particolare.