Carceri, un “tesoretto” inutilizzato: la cassa delle ammende ha da parte 146 milioni che non vengono spesi

Pubblicato il 7 Settembre 2009 - 15:42 OLTRE 6 MESI FA

giustizia_ministero1018_imgMentre le carceri scoppiano, nel nostro Paese c’è un tesoretto che cresce senza venire utilizzato. La Cassa delle Ammende, nata nel 1932 e più volte riformata, è gestita dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e, solo alla fine del 2008, ha messo da parte 146 milioni di euro di fondi inutilizzati.

I progetti presentati per utilizzare le risorse  sono stati pochi: appena 16  per un totale investito di poco superiore ai 7 milioni. Una miseria se si considera che i soldi potrebbero e dovrebbero essere spesi per il il reinserimento nella società miglioramento delle condizioni di circa 64.000 detenuti.

Questi alcuni esempi del modo in cui sono state sfruttate alcune delle risorse: a Is Arenas, il carcere di Arbus, comune sardo della nuova provincia del Medio Campidano, hanno realizzato un caseificio. Per metterlo in piedi è bastato un finanziamento di 475.000 euro. Nella casa circondariale di Terni hanno invece puntato sul pane: corsi di formazione e la costruzione di un “forno solidale”, che nel 2008 ha richiesto un investimento di 70.000 euro. A Cremona con un investimento ridottissimo, 37.000 euro, i detenuti hanno digitalizzato gli atti del processo di Piazza Fontana.

Ma il grosso dei soldi è rimasto inutilizzato: la cassa ottiene risorse nei modi più disparati: dalle sanzioni pecuniarie inflitte dai giudici ai proventi dei manufatti realizzati dai detenuti, passando per la vendita dei “corpi di reato” che non vengono più reclamati dai proprietari. Non solo: c’è anche un “fondo depositi” arricchito dalle cauzioni e dai beni che i detenuti usciti di prigione non reclamano più.

Questi soldi, però, ora fanno gola al Guardasigilli Angiolino Alfano che li vorrebbe utilizzare per costruire le tanto sospirate nuove carceri. Non a caso, proprio nel 2008, l’ennesima riforma della cassa delle ammende ha incluso l’edilizia penitenziaria tra le possibili destinazioni d’uso per le ammende. La farraginosità delle norme in materia, almeno per il momento, la rendono una strada difficile da percorrere.