Caso Boffo, L’Avvenire: “Feltri ci pensi e chieda scusa”

Pubblicato il 8 Settembre 2009 - 11:30 OLTRE 6 MESI FA

Avvenire non perdona Vittorio Feltri. E, a cinque giorni dalle dimissioni di Dino Boffo, lo invita a scusarsi.

Così il quotidiano cattolico, in un box intitolato “Secondo Noi”, torna sulla vicenda Boffo, alla quale dedica anche un editoriale, sottolineando come l’ex direttore del quotidiano della Cei sia stato «vittima di una ingiustizia profonda e crudele».

Il direttore del “Giornale” Vittorio Feltri, per Avvenire,  «rinfaccia ad altri quello che lui neanche si è sognato di fare prima di spacciare per reati contro la legge e la morale gli ignobili insulti contenuti in una lettera anonima diffamatoria. Rilegga se stesso, Feltri. Ci pensi. E, se ne è capace, chieda scusa».

In una pagina dedicata agli attacchi rivolti dallo stesso Feltri al presidente della camera Gianfranco Fini, Avvenire, nella notizia, dal sottotitolo «Feltri contro Feltri», riporta alcune frasi virgolettate, premettendo che riguardano «l’ignobile attacco» del Giornale di Feltri a Dino Boffo.

«Prima di unirti al coro -si legge- avresti dovuto informarti. Bastava telefonare a me. Se non altro, ascoltando l’altra campana ti saresti chiarito le idee e le tue dichiarazioni sarebbero state più caute. Non ti è passato neanche per la mente che un conto sono i pettegolezzi e un conto sono i reati».

La notizia, sottolinea Avvenire, è che queste parole non sono di Boffo, ma di Feltri.«Avete capito bene – scrive il quotidiano dei vescovi – Feltri rimprovera una terza persona, il presidente della Camera, di non averlo chiamato al telefono prima di definire “killeraggio” ogni aggressione mediatica e, dunque, anche quella ferocemente e ingiustificatamente pianificata dal Giornale contro il direttore di Avvenire».

Di qui l’invito a «rileggere se stesso» e chiedere scusa. Nell’editoriale dedicato alla vicenda, il quotidiano spiega che Boffo,«uomo giusto», ha «fatto prova del destino che aspetta chi pratica la giustizia, ha sperimentato su di sé  il male radicale» kantiano.

All’ex direttore è inoltre dedicata un’intera pagina di «messaggi di gratitudine dei lettori».