Coachella, California: con McCartney, M.I.A e i Killers il festival non conosce crisi
Tempo di recessione? Non per il Festival americano di Coachella Valley che, in occasione del suo decimo compleanno, segna il suo secondo record di presenze. Centosessantamila i fan radunati a Indio, nel cuore del deserto californiano, per una tre giorni all’insegna della musica indie, rock ed elettronica con una staffetta di oltre cento tra gruppi e cantanti.
Un successo che sfiora quello del 2007, quando 186 mila spettatori si catapultarono nella contea di Riverside attirati da una line-up d’eccezione guidata da Rage Against the Machine, Red Hot Chili Peppers e Bjork. Ma ancor più significativo data la crisi e le ricadute che non stanno risparmiando l’industria discografica. Un segnale positivo, che sottolinea la frattura tra il mercato dei dischi e quello dei live: l’unico settore che sembra reggere nonostante la grave congiuntura economica. E che incoraggia organizzatori e sponsor dei grandi festival statunitensi dell’estate, da Lollapalooza a Bonnaroo, preoccupati per la riuscita delle loro edizioni 2009.
A convincere i più (e meno) giovani a spendere i 269 dollari del “three-day pass” (o i 99 dollari del biglietto giornaliero) sono sicuramente state le star sul palco: da Paul McCartney a Leonard Cohen. Le due leggende del rock hanno fatto da head-liner della prima giornata (venerdì 17), che ha visto susseguirsi sui numerosi palchi dell’area White Lies, Franz Ferdinand e Morissey, solo per citare i più noti. Sabato è stata, invece, la giornata di The Killers, M.I.A, Thievery Corporation e Chemical Brothers, che hanno infiammato la folla con il loro dj set. La chiusura, domenica, è stata affidata ai Cure, head-liner di un’intensissima giornata che ha visto succedersi sul palco (e tra le mani della folla in delirio, ormai esperta nell’assecondare la moda del body-surfing) Public Enemy, Yeah Yeah Yeahs e My Bloody Valentine.
Sara Grattoggi
(Scuola Superiore di Giornalismo Luiss)