Corte dei Conti/ Con il “lodo Bernardo” un ostacolo alle indagini dei pm contabili. Non si potrà indagare su Berlusconi e sugli enti

Pubblicato il 27 Luglio 2009 - 09:44 OLTRE 6 MESI FA

A guardarla bene sembra l’ennesima legge ad personam fatta dal governo Berlusconi. Si chiama Lodo Bernardo e attacca a viso aperto i poteri e le funzioni della Corte dei Conti, mettendo in sicurezza, questa volta, i vertici del ministero dell’Economia e anche il presidente del Consiglio.

Perché questo nuovo lodo, inserito nel decreto legge anticrisi, e firmato dal deputato Pdl Maurizio Bernardo, decreta che le indagini della Corte dei Conti possano essere svolte solo se e quando i pm contabili siano certi di avere tra le mani «una specifica e precisa notizia di danno» e che prima di avviare gli accertamenti debbano essere certi che quel danno «sia stato cagionato per dolo o colpa grave».

Ciò significa che con il lodo Bernardo non avrebbero mai preso il via inchieste come quelle sulle consulenze della Moratti, sulla clinica Santa Rita, sull’azienda dei trasporti di Genova. E sempre grazie a questa legge ad personam la Corte dei Conti di Puglia o del Lazio non potranno più contestare al premier Berlusconi un “danno all’immagine” contro lo Stato perché è molto probabile che non sarà avviato un processo penale contro Berlusconi per i festini a Palazzo Grazioli e Villa Certosa.
Il lodo, infatti, stabilisce che «le procure regionali della Corte dei conti esercitano l’azione per il risarcimento del danno all’immagine nei soli casi previsti dall’articolo 7 della legge 27 marzo 2001 numero 97», ovvero in caso di «sentenza irrevocabile di condanna».

Il procuratore generale della Corte dei Conti, Furio Pasqualucci si scontra duramente con il presidente, di nomina governativa, Tullio Lazzaro, giudicato l’ideatore del Lodo Bernardo e ha già fatto sapere che lascerà l’incarico a gennaio.

L’indignazione del Pg non è solo per le norme fin qui elencate ma anche perché, dice, il Lodo ha un intento “punitivo” nei confronti della Corte dei Conti. Nel lodo Bernardo, infatti, è scritto che la Corte potrà perseguire il danno erariale «di uno degli organi previsti dall’articolo 114 della Costituzione o altro organismo di diritto pubblico». Che significa restringere l’area dei soggetti indagabili e tirar via d’un colpo municipalizzate, enti mutualistici, comunità montane, Bankitalia.

Questa novità legislativa arriva, tra l’altro proprio quando la Corte boccia lo scudo fiscale, giudicato un buono strumento per vanificare tutti gli sforzi fin qui fatti per combattere l’evasione fiscale.