Crisi finanziaria, nuovo allarme sui mutui. Questa volta il rischio riguarda gli edifici commerciali

Pubblicato il 1 Settembre 2009 - 11:35 OLTRE 6 MESI FA

federal_reserveAppena il tempo di prendere una boccata d’ossigeno e l’economia americana ricomincia a tremare. Se, da un lato, si inizia a vedere la via d’uscita dalla crisi finanziaria internazionale e negli Usa torna a salire il numero degli immobili venduti, una nuovo allarme rischia di togliere il sonno a Federal Reserve e Tesoro statunitense.

Questa volta la causa dell’allarme non sono i mutui sulle abitazioni private ma quelli sugli edifici commerciali. Il meccanismo è identico a quello che ha fatto scoppiare la bolla sui subprime: le banche hanno cartolarizzato le obbligazioni e le hanno rivendute a vari investitori internazionali che, a loro volta, le hanno suddivise tra i loro clienti. Ora, quindi, si rischia un nuovo crac sui cosiddetti Cmbs, commercial mortgage-backed securities.

Secondo il Wall Street Journal, i primi segnali sono preoccupanti: ci sono 700 miliardi di dollari di mutui commerciali che devono affrontare il test di un mercato ancora convalescente dopo la crisi dei subprime. Come è accaduto per le case private, il costo degli affitti di capannoni ed edifici industriali ha smesso di crescere e gli investitori non riescono a pagare le rate dei mutui.

Il rischio, a questo punto, è che gli acquirenti non riescano a restituire i prestiti generando un effetto domino che porterebbe ad una massiccia svendita delle proprietà da parte delle banche, come già avvenuto per le case. Intanto, per chi salta una rata del mutuo, il tasso di interesse è già balzato al 3.14%, sei volte maggiore a quello dell’anno scorso.

Le speranze, per evitare una nuova crisi, sono legate da un lato alla ripresa del mercato, dall’altro al funzionamento del piano anticrisi del governo Obama.