Cristina Grancio, la consigliera espulsa dal M5s: “Non vogliono che si renda conto al cittadino”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Aprile 2018 - 22:53 OLTRE 6 MESI FA
Cristina Grancio

Cristina Grancio, la consigliera espulsa dal M5s: “Non vogliono che si renda conto al cittadino”

ROMA – Cristina Grancio (ex consigliera M5S del Comune di Roma) è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano – Dentro la notizia”, condotta da Gianluca Fabi e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sull’espulsione dal M5S. “Il Movimento quand’era all’opposizione e quindi riusciva molto bene a soddisfare quel desiderio di partecipazione che veniva dal basso –ha affermato Grancio-. Quando a Roma è diventato forza di governo non è riuscito a integrare la partecipazione con l’azione di governo. Il gruppo consiliare non mi ha perdonato il fatto che io abbia parlato di questa difficoltà. L’assurdità è che tutto deve avvenire all’interno del gruppo consiliare e non si deve rendere conto al cittadino. Se avessi saputo che le condizioni erano queste non mi sarei mai avvicinata a questo Movimento. Parlo di movimento romano perché Roma è una delle città che ha gli interessi più grandi, i poteri più forti. Per combattere contro questi poteri ti devi aprire alla partecipazione dei cittadini, anziché chiudersi. Si stanno chiudendo perché sulle grandi questioni scendono i leader nazionali come Fraccaro e Bonafede. Questo è il tipo di democrazia dei partiti che noi avremmo dovuto ribaltare. La questione di Piazza Navigatori è stata eclatante perché era il simbolo delle difficoltà che hanno portato a far cadere il Municipio VIII. Lì avevamo tutta la cittadinanza dalla parte nostra, ma non la si è voluta ascoltare. Anche in quel caso non mi hanno perdonato il fatto che io abbia svolto il mio ruolo di consigliera, vogliono che tu rendi conto al gruppo prima che ai cittadini. All’inizio eravamo i cittadini portavoce, ora non più”.

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Sullo stadio della Roma. “Il progetto non lo ritengo giusto perché nella sostanza sono i cittadini a pagarlo attraverso la moneta urbanistica. E quando sono i cittadini a pagarlo, è giusto che sia il meno dispendioso possibile e il più efficace possibile per la città. Io dico: ben venga lo stadio della Roma, però non può essere incoraggiato a discapito dei cittadini e questo lo è. Si dice che è pagato dal privato, ma in realtà non è così. Prima anche gli altri del gruppo consiliare la pensavano come me, anche la sindaca in campagna elettorale disse che lo stadio non si doveva fare a Tor di Valle. In una riunione di maggioranza votammo che se l’avvocatura ci avesse dato la possibilità, avremmo annullato la delibera di Marino, ma la decisione dell’avvocatura è stata secretata”.

“Io voglio continuare a rappresentare il M5S. Il M5S si è scisso in due, Di Maio ha creato l’associazione del partito di Di Maio, io sono rimasta nell’associazione del M5S del 2009. Questa situazione è stata impugnata al tribunale di Genova perché chiediamo che ci venga riconosciuto il nome e il simbolo” ha concluso Grancio.