Ddl sicurezza/ nel testo alla Camera arrivano anche i “presidi spia”, senza permesso di soggiorno niente servizi pubblici

Pubblicato il 29 Aprile 2009 - 16:33 OLTRE 6 MESI FA

Il governo insiste: linea dura contro gli immigrati. Se poi l’immigrato è clandestino, l’intenzione è di rendergli la vita praticamente impossibile. Con misure molto discutibili sul piano dei diritti umani ma che godono di accertato consenso nell’opinione pubblica italiana. Approda oggi in Aula a Montecitorio il ddl sicurezza, tra polemiche e duri attacchi. Se esce l’emendamento dei “medici spia”, rimangono norme che certo non sembrano inaugurare una politica di integrazione. Prima tra tutte quella che obbliga i presidi a denunciare i clandestini che cercano di iscrivere i propri figli a scuola.

Secondo le norme che l’attuale governo vorrebbe far passare, e su cui il ministro degli Interni Roberto Maroni vorrebbe anche fosse posta la fiducia, un immigrato senza permesso di soggiorno non potrebbe più denunciare i figli all’anagrafe, iscriverli a scuola e accedere a tutti gli altri servizi pubblici, pena la denuncia. Ovunque tranne negli ospedali. E anche qui. Ricordiamo che la norma subito ribattezzata dei “medici spia” era stata anch’essa inserita come emendamento al ddl sicurezza ma poi ritirata per la lettera di protesta sottoscritta da 101 parlamentari del Pdl, guidati da Alessandra Mussolini. Questo il solo punto su cui si è ceduto, su tutto il resto l’esecutivo, e la Lega in particolare, insistono sulla linea della durezza. Ripropongono, ad esempio, la tassa di 200 euro sui permessi di soggiorno, il reato di clandestinità, il prolungamento dei tempi di permanenza nei Cie dagli attuali 60 ai futuri 180 giorni (ma  il ministro La Russa ha proposto di allungarli a 18 mesi) e l’istituzione delle ronde al servizio dei sindaci (emendamento già bocciato nel dl anti stupri).

Una vita sempre più difficile quella che si prevede per gli immigrati in Italia. Una serie di divieti e condizionamenti che, come ricorda “La Repubblica” oggi, neppure una legge come la Bossi-Fini era riuscita a porre. Sembra che il governo, e la maggioranza, stiano cercando di creare delle vere e proprie classi sociali di “spioni”, che possano, o debbano per legge, denunciare gli immigrati clandestini. Prima i medici, ora i presidi. E non solo. Donatella Ferranti del Pd sottolinea come «con il nuovo reato, ogni incaricato di pubblico servizio, presidi, infermieri, dipendenti comunali, avranno l’obbligo di denunciare gli irregolari».

Ma il Carroccio questa volta ha puntato i piedi, minacciando addirittura la crisi di governo. A Montecitorio la battaglia si preannuncia dura, tra l’opposizione che non farà sconti e un fronte interno alla maggioranza tra cui, proprio la Mussolini presenta venti emendamenti a partire dalla richiesta di sopprimere il reato di clandestinità.

Viola Contursi

(Scuola superiore di Giornalismo Luiss)