Diabete, un chip sottopelle: verso pancreas artificiale

Pubblicato il 29 Luglio 2010 - 01:06 OLTRE 6 MESI FA

Messo a punto un sensore impiantabile sotto cute che controlla la glicemia e trasmette i dati in wireless a un ricevitore simile a un cellulare, per poi quindi comandare una pompa che infonde insulina. Si tratta di un sistema praticamente automatico che rende sempre più tangibile l’idea del pancreas artificiale contro il diabete, perché è molto più semplice da usare e meno ingombrante rispetto ai prototipi sviluppati finora. Lo ha sviluppato e testato su animali un team della Università di San Diego.

I test clinici inizieranno nel giro di pochi mesi coinvolgendo i primi pazienti diabetici, ha detto il leader del team californiano David Gough. Questo è un prototipo molto più avanzato perché il sensore si impianta e rimane lì indisturbato e funzionante per molto tempo, cosicché il paziente non deve portare con sé un apparecchio ingombrante, è spiegato sulla rivista Science Translational Medicine.

L’idea del pancreas artificiale non è nuova, ma molto attesa perché svincolerebbe milioni di pazienti dalla routine quotidiana di misurarsi la glicemia e poi iniettarsi insulina. Soprattutto per i bambini questo tipo di gestione della malattia è davvero complicato.

Inoltre la ‘mano umana’ non è precisissima e non monitorando la glicemia in continuo il paziente rischia di sbagliare e andare incontro a picchi glicemici. I sistemi automatici sono il futuro.

Questo misuratore di glicemia è innovativo perché si impianta nel paziente e lì rimane funzionante senza ‘data di scadenza’; il paziente non deve prendersene cura e il ‘chip’ trasmette continuamente i dati sulla glicemia in wireless a un ricevitore che poi dovrebbe comandare una pompa che infonde insulina al bisogno. Se il sistema funzionasse sui pazienti così come ha funzionato su cavie, sarebbe forse un balzo in avanti verso la realizzazione del pancreas artificiale.