Dio non ha confini/ Messe in India per combattere la crisi finanziaria

Pubblicato il 6 Agosto 2009 - 11:05 OLTRE 6 MESI FA

s-india-good-friday-largeKerala, Sud-Ovest dell’India, è l’alba e ci si accinge a celbrare una messa. Fino a qui nulla di strano. La messa è celebrata a favore di una famiglia americana e del loro neonato. Battesimo in India è la nuova frontiera della religione.

Stati Uniti, Canada ed Europa presentano una grande carenza di personale. Pochi, pochissimi, i sacerdoti disponibili per celebrare le funzioni religiose.

Ecco che allora il parroco del proprio quartiere può proporre, ad una famiglia che chiede la disponibilità della chiesa per una messa, di celebrarla in un paese distante, ma cattolico, come l’India. La religione non ha confini. Mai frase è più azzeccata.

La crisi finanziaria internazionale non ha risparmiato nemmeno il mondo della religione e della chiesa. Il fenomeno chiamato “l’esternalizzazione religiosa” sta prendendo piede, sempre più, in America ed in Europa. Nel Kerala, e in altre parti del India,  la Chiesa cattolica romana è ancora fortemente vitale.

Negli ultimi anni l’India, paese in forte sviluppo, ha goduto di altre esternalizzazioni eccellenti: Cinema, Raggi X e la scrittura del codice software. Ora la religione è solamente l’ultima dal punto di vista cronologico.

Può essere richiesta ogni tipo di celebrazione: matrimonio, funerale, battesimo, anniversario, ringraziamento, ecc. ecc. Il costo, fisso, è di $ 5 (250 rupie). Lo stipendio dei sacerdoti è di tutto rispetto: Padre Puthoor guadagna 2.500 rupie ($ 50). Negli ultimi tempi questa collaborazione tra Oriente ed Occidente sta registrando un declino.