Dipendenti poco creativi? un capo con un atteggiamento aggressivo può influenzare positivamente

Pubblicato il 11 Settembre 2010 - 21:25 OLTRE 6 MESI FA

Come incitare i propri dipendenti a rinnovarsi e a tirare fuori la creatività? Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Social Psychology da Gerben un cVan Kleef, psicologo dell’Università di Amsterdam, un capo con un atteggiamento aggressivol’andamento lavorativo del proprio dipendente con risultati decisamente positivi. Strano, un po’ controcorrente ma, giura Van Kleef, vero.

La chiave di questo risultato sta nel tratto del carattere definito “motivazione espistemica”, che indica il grado di desiderio che un individuo dimostra nel comprendere o portare a termine un lavoro ed è quindi strettamente correlato alla personalità del lavoratore ed all’ambiente di lavoro.

Dallo studio olandese è emerso che individui con un alto grado di motivazione epistemica mostrano maggiore originalità, generano più idee e si dimostrano più impegnati ricevendo feedback aggressivi piuttosto che risposte calme, mentre al contrario individui con bassa motivazione epistemica se sottoposti a feedback aggressivi mostrano il comportamento contrario.

Ciò accade perché persone con motivazione epistemica più sviluppata sono in grado di analizzare le emozioni altrui in maniera più razionale, interpretando comportamenti aggressivi non come attacchi personali, ma come semplice riflessione di una prestazione al di sotto della media che necessita un miglioramento.

L’esperimento ha coinvolto 63 studenti di psicologia che sono stati posti nella situazione emotiva di non sapere cosa li aspettasse, per poi chiedergli di formulare quante più idee possibili su come usare una patata in un tempo massimo di 8 minuti.

Le idee sono poi state sottoposte a giudizio da un valutatore, costituito da un video girato da un attore in due versioni: una con gestualità aggressiva ed una con gestualità neutra. Poi agli studenti è stato chiesto di definire tutti i modi in cui può essere usato un mattone, fino all’esaurimento delle proprie idee.

Il risultato ha confermato che in coloro con una bassa motivazione epistemica gli aspetti legati alla creatività del lavoro erano influenzati in senso negativo, a parte il numero di idee formulato. Questo ha confermato quanto Van Kleef aveva già stabilito con un precedente studio condotto nel 2009, ovvero che a seconda del livello di motivazione epistemica si ottengono risultati in funzione di un atteggiamento aggressivo o gentile da parte del leader.

E’ chiaro che un atteggiamento aggressivo od irascibile può influenzare gli impiegati solo in alcune condizioni, che non dipendono solo dalla personalità dell’individuo, ma anche dall’ambiente di lavoro. Infatti in un ambiente rilassato l’aggressività funge da stimolo, mentre in un ambiente già molto stressante o di pressione può non avere effetti positivi, anzi.

In generale la motivazione è un tratto della personalità fondamentale in ognuno di noi, perché ci permette di svolgere al meglio non solo il lavoro, ma anche altre attività quali lo studio o lo sport, e senza sarebbe impossibile ottenere una crescita o un miglioramento dei propri risultati. Certo è che ognuno di noi, a seconda della tipologia di motivazione predominante nella personalità, reagisce in modo diverso agli stimoli.

Come deve comportarsi quindi un bravo leader? Essere aggressivo non costituisce una risposta sempre esatta, come lo stesso Van Kleef ha sostenuto, ma un bravo leader deve essere in grado di inquadrare le personalità dei suoi sottoposti e il loro tipo di motivazione, in modo da instaurare con ognuno di loro un rapporto di comunicazione che permetta di ottenere sempre il massimo impegno ed i migliori risultati.