Dubai, dopo Hollywood e Bollywood un futuro terzo polo del cinema?

Pubblicato il 7 Settembre 2009 - 14:41 OLTRE 6 MESI FA
syriana

Una scena del film 'Syriana'

I soldi ci sono, e tanti; le location anche, e attirano sempre più produttori di film occidentali; gli studios in loco sono stati costruiti con grandi somme di denaro, le joint venture si stanno formando. Quello che ora manca a Dubai, negli Emirati Arabi, per diventare un grande centro della cultura cinematografica internazionale, come Hollywood o Bollywood, è la cultura del cinema, è un differente modo di pensare.

Soprattutto è riuscire a staccarsi dalla religione islamica che ha impedito negli scorsi mesi di girare film come “Body of life” o il sequel di “Sex and The City” e che impedisce a molte produzioni occidentali di girare scene in cui ci siano ad esempio donne in bikini, ma anche semplicemente persone che bevono alcol, dicono parolacce o si scambiano effusioni.

Sarà per questo che tra i 26 film girati a Dubai da produzioni straniere, solo due (“Syriana” and “The Kingdom”) sono stati prodotti da paesi occidentali. Il restante sono produzioni di altri paesi del Golfo o di Bollywood.

E pensare che Dubai sta investendo tutti i propri sforzi finanziari per diversificare la propria economia grazie agli investimenti stranieri in quello che potrebbe a tutti gli effetti diventare il terzo polo internazionale cinematografico nel mondo.