Ecco la legge che blocca i ricorsi degli ambientalisti
Per fermare un’opera pubblica nel nostro paese c’è un mezzo facile e sicuro: ricorrere al Tar. Prima che arrivi sentenza, giusta o cervellotica che sia l’opposizione e il conseguente ricorso, il cantiere non si apre o si blocca. Ora si prova con una legge almeno a distinguere, introducendo il criterio di una sorta di ricorso “incauto e temerario”. Se insomma ricorri al Tribunale e perdi la causa, perdi anche soldi sotto forma di penale. Insomma, prima di andare al Tar, pensarci due volte.
Una legge per contrastare l’egoismo territoriale che rallenta, da anni e dovunque, ogni opera pubblica in Italia. Questo lo scopo dichiarato della proposta di legge 2271 anti Nimby (not in my backyard, non nel mio giardino), cioè l’atteggiamento di coloro che protestano contro opere pubbliche nel proprio territorio, pur riconoscendone l’utilità generale, a causa delle controindicazioni ambientali che tali opere comportano.
La proposta, sottoscritta da 136 deputati del Pdl, in caso di approvazione azzererà, attraverso la minaccia di risarcimenti milionari, i ricorsi alla giustizia amministrativa da parte delle associazioni ambientaliste come Wwf o Legambiente, che difendono ciò che resta dell’Italia da abusi edilizi e colate di cemento. Chi ricorrerà al Tar o al Consiglio di Stato contro le opere pubbliche e private dovrà pagare, quindi, un risarcimento nel caso il ricorso venga bocciato.
Secondo l’articolo 24 della Costituzione, «tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi»: ecco perché alcune associazioni ventilano l’ipotesi che la legge possa essere anticostituzionale.
Ma per il deputato e coordinatore ligure del Pdl Michele Scandroglio, le istanze ambientaliste negli anni hanno moltiplicato «comportamenti di protesta contro le scelte infrastrutturali sviluppate da soggetti pubblici e privati. Proteste che determinano un ritardo del ‘cantiere Italia’». Le sentenze nel 2008 sono state 136.631, delle quali 57mila riguardanti abusi edilizi, violazioni ambientali e urbanistiche
Carlotta Macerollo
(Scuola Superiore Giornalismo Luiss)