IL CAIRO – Il presidente egiziano Mohammed Morsi si arrende e fa marcia indietro sulla legge che gli conferiva maggiori poteri, causa di violente manifestazioni e proteste nel Paese. Ma il Fronte di salvezza nazionale egiziano, la principale coalizione d’opposizione, respinge ”categoricamente” il referendum costituzionale del 15 dicembre e rifiuta in toto il decreto presidenziale. ”Fare un referendum ora vuol dire spingere il Paese verso un’ondata di violenze”. Lo ha detto Sameh Ashour, in conferenza stampa.
Il Fronte, che si è riunito per decidere quale posizione assumere dopo l’apertura mostrata dal presidente Morsi, chiude così la porta a una possibile trattativa per arrivare a un accordo e a un condiviso svolgimento del voto confermativo.
Su Twitter Mohamed El Baradei, premio Nobel per la Pace e figura di riferimento per le forze di opposizione, ha affermato che “la Costituzione limita i nostri diritti e le nostre libertà”. “La nostra battaglia sulla costituzione non riguarda chi è al potere ma l’essenza dello Stato, i diritti universali e i valori e il guardare in avanti e non indietro”, ha aggiunto.
Intanto anche domenica sono proseguiti i sit-in di protesta nella capitale: migliaia di manifestanti fuori dal palazzo presidenziale. Testimoni riferiscono che alcuni caccia militari egiziani F16 hanno sorvolato Il Cairo a bassa quota. Una squadriglia di circa otto F16 ha sorvolato a bassa quota il centro della città poco dopo le 13 ora locale, le 12 in Italia. E’ la prima volta che la squadriglia di jet vola sulla città in pieno giorno.