Elezioni/ Franceschini attaccato da Parisi attacca Di Pietro e lancia l’allarme: dal voto di giugno può uscire un’Italia sotto dittatura
A sinistra divampano le polemiche, con grande gioia di Silvio Berlusconi.
Arturo Parisi che attacca Dario Franceschini. Franceschini che attacca Antonio Di Pietro. E Di Pietro a sua volta contrattacca.
Mentre Berlusconi spara nonsensi, il capo del partito democratico, invece di saltarci sopra e anche di raccogliere la palla lanciata dall’ex segretario ds Piero Fassino in tema di legalità e clandestini, preferisce infilarsi in polemiche che, syugli elettori, hanno l’effetto fsstidioso che hanno le liti tra marito e moglie davanti ai figli.
Nella prima vera domenica di primavera Franceschini ha rilanciato il tema del ‘voto utile’ da contrapporre a quello di protesta. Parlando del rischio, sottolineato da un militante, che, di fronte a un partito debole sul piano dell’opposizione al governo, gli elettori democratici scelgano il voto di protesta, magari favorendo l’Italia dei Valori, il prode Franceschini ha risposto: “Il dato politico delle elezioni europee avrà un impatto nella vita democratica del Paese che non va sottovalutato. E questo dato politico sarà misurato solo sulla distanza tra Pd e Pdl, non in base ai voti ottenuti da chi viene dai partiti che oggi danno forma al Pd. Non c’è momento più sbagliato per scegliere l’astensionismo o il voto di protesta”.
Ha elaborato il concetto, dicendo peraltro cose giustissime, nel corso di una trasmissione tv: “Quella del 6 e 7 giugno è una partita che determinerà la qualità della democrazia italiana nei prossimi anni, perché le democrazie sono basate su un rapporto di forza che, naturalmente, è tra le forze più grandi”.
“Appare evidente che il giorno dopo si misurerà la distanza tra Pdl e Pd e su quella distanza si capirà se Berlusconi ha stravinto o se l’Italia avrà ancora un equilibrio di forze”.
Il leader Pd si rivolge “anche a chi rischia la via della delusione, anche nei nostri confronti, perché magari si aspettava di più dal Pd e ha la tentazione di sprecare un voto di protesta, per dare un segnale. Devono sapere che non é momento né’ di astenionismo né di voto di protesta”.
“Penso che l’Italia non ha bisogno di svegliarsi sotto un padrone assoluto. Sta suonando il campanello di allarme. Dico agli italiani: attenzione perche’ l’otto giugno potremmo svegliarci in un Paese diverso da quello che ci hanno lasciato i nostri padri”.
–