Febbre suina/ Virus e paura: cocktail micidiale

Pubblicato il 27 Aprile 2009 - 07:39 OLTRE 6 MESI FA

Quattro falsi allarmi a Roma, un ricovero a Venezia, ma la paziente non è grave. La certezza che la febbre suina arriverà anche da noi ma anche la rassicurazione-speranza che non sarà un castigo di dio. Scatta comunque l’emergenza sanitaria mondiale per contenere il contagio. Gli Stati Uniti hanno proclamato una sorta di allarme ufficiale. Si segnalano casi un po’ dappertutto: dalla Spagna alla nuova Zelanda, dalla Francia alla Scozia. La Russia annuncia misure. Nella quasi totalità persone che, di ritorno dal Messico, accusano sintomi. Talvolta è influenza “normale”, talvolta quella suina che fa più paura.

Ed è la paura il pericolo al momento più consistente. Il susseguirsi degli allarmi rilanciati da tv e giornali incalza l’opinione pubblica e trasforma ciò che potrebbe essere in ciò che ancora non è: una pandemia diffusa.

In Spagna il ministero della Sanità ha confermato il primo caso in Europa. I casi sospetti in Spagna erano fino a questa mattina dieci – 17 secondo il quotidiano El Mundo – e il ministro della Sanità, Trinidad Jimenez, aveva assicurato che la situazione è sotto controllo.

Una giovane di 21 anni è stata ricoverata in ospedale nella città sudorientale di Hellin dopo essere tornata da un viaggio in Messico. Un’altra 21enne è stata ricoverata a Barcellona: sei giorni fa era tornata dal Messico.

Sale il conto delle vittime. Il governo messicano ha quantificato in 149 il numero dei decessi che si sospetta siano dovuti all’epidemia da febbre suina. Sono 1.614 le persone ricoverate in ospedale. Il ministro della Salute, Josè Angel Cordova, ha assicurato che continua l’attività di prevenzione e la distribuzione dei medicinali.

Negli Usa, il direttore del Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie (il Cdc di Atlanta), Richard Besser ha riferito che vi sono otto casi confermati a New York, sette in California, due in Texas, due in Kansas e un caso in Ohio. «Più andiamo avanti con la ricerca di casi di influenza suina, più ne troviamo e ce ne aspettiamo ancora di più», ha affermato Besser.

La commissaria europea alla Sanità Androulla Vassiliou chiederà «una riunione straordinaria dei ministri della Sanità dell’Ue» in seguito all’allarme internazionale sull’influenza da suini. Lo ha detto la portavoce di Vassiliou, precisando che la commissaria auspica una riunione «il più presto possibile».

La commissaria Vassiliou dovrebbe recarsi in Lussemburgo in giornata per incontrare i ministri europei degli Affari esteri al fine di fare il punto della situazione.

Per l’Italia «i rischi sono davvero insignificanti»: ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, al suo arrivo al consiglio del ministro degli Esteri della Ue a Lussemburgo. Frattini ha aggiunto che comunque «c’è un’unità di crisi del ministero della Salute».

Contro una possibile pandemia di febbre suina, «stiamo studiando una strategia vaccinale da mettere in atto in caso di necessità» ha annunciato da Milano il sottosegretario alla Salute, Ferruccio Fazio.

Il sottosegretario ha confermato che il nostro Paese ha già a disposizione «40 milioni di dosi di farmaci antivirali, di cui 30 milioni di oseltamivir e 10 milioni di zanamivir». Quanto invece a un futuro vaccino, per avere a disposizione un prodotto specifico in questi casi «normalmente servono circa 6 mesi».

«È scontato che questa influenza arriverà anche in Italia, ma non sarà una tragedia perché siamo in presenza di un’influenza normale e non come l’aviaria. Saremo certo più favoriti se riusciremo ad avere il contagio il più tardi possibile». Lo ha affermato Pietro Crovari, ordinario d’Igiene generale all’università di Genova.