Formula 1/ Max Mosley, dopo la rottura di ieri fra Fia e Fota, è deciso a non mollare il timone

Pubblicato il 20 Giugno 2009 - 15:11 OLTRE 6 MESI FA

Dopo la rottura shock di ieri fra la Fia e la Fota, Max Mosley ha ribadito con fermezza la sua intenzione: rimanere al timone della Formula 1.

Mister Mosley ha ribadito:«Se io lasciassi, non ci sarebbe comunque pace. I team vogliono il potere e chiederebbero anche la testa del mio successore. Io non voglio andare avanti troppo a lungo, ma i problemi che mi stanno creando rendono difficile il mio addio a Ottobre.

Il personale della Fia mi dice che abbiamo tutto questo caos, che siamo sotto attacco e che devo rimanere. Se fossimo in una situazione tranquilla ed io mostrassi la volont di lasciare ad Ottobre, tutti sarebbero gentili con me.

Mi direbbero di restare, ma tutto sommato non si preoccuperebbero e al mio posto arriverebbe un’altra persona. Tutto quello che stanno facendo è controproducente».

Sulla bufera della Formula 1 ha voluto dire la sua anche l’ex campione della Ferrari Michael Schumacher:«Da appassionato di motori, voglio vedere lo spettacolo migliore con i piloti più forti e team più competitivi che si sfidano – ha detto il sette volte iridato approvando la nascita del Mondiale alternativo – è semplicemente incomprensibile che i team condividano la loro visione sull’approccio alle riforme e la federazione invece voglia ancora attuare qualcosa di diverso.

In un primo momento può sembrare incredibile, ma stavolta tutti i grandi team sono uniti e questo rende un nuovo campionato molto più realistico, l’alternativa diventa reale».

Il tedesco non ha nascosto il fatto che, a suo avviso, la vicenda è stucchevole:«Trovo estremamente spiacevole che, negli ultimi tempi, in F1 si sia parlato così tanto di politica e così poco di sport.

Spero che questi giochi politici terminino in tempi brevi, situazioni del genere mi rendevano nervoso già durante la mia carriera. La Formula 1 è stato sempre il palcoscenico per i migliori piloti e i migliori team.

Tutto questo è stato ammirato nel mondo, questo è ciò che tutti vogliono vedere. Se tutto questo viene costantemente messo in discussione dalla permanente incertezza delle regole, è meglio tutelare il valore dello sport, andar via e costruire altrove in modo ragionevole».