Giorgio Napolitano: “Il G8 è stato un successo ma ora serve un clima più civile tra maggioranza e opposizione”

Pubblicato il 12 Luglio 2009 - 11:02 OLTRE 6 MESI FA

Si dice contento per come è stato gestito e per i risultati che ha ottenuto il G8, quello che definisce «un successo per Silvio Berlusconi». Preferirebbe che in futuro venisse dato più risalto alle istituzioni internazionali, come quelle di Bretton Woods e le stesse Nazioni Unite. Sottolinea come per affrontare tutti insieme la crisi economica debba finire l’era “dei direttori” e si debba esigere uno sforzo congiunto del più alto numero di Paesi possibile. Infine Giorgio Napoletano, in una lunga intervista con “Il Corriere della Sera” arriva al punto: in Italia c’è bisogno che alla tregua del G8 segua un «clima più civile tra maggioranza e opposizione».

«Nell’insieme – ragiona il Presidente della Repubblica – l’Italia è uscita bene da questo G8 e penso che si sia espressa nel complesso una maggior consa­pevolezza e condivisione della responsabili­tà nazionale. Penso però  – continua Napoletano – che si potrebbe costrui­re, e che sarebbe tempo di cominciare a far­lo, non una impossibile pace, ma almeno un clima più civile, corretto e costruttivo nei rapporti tra governo e opposizione». Il che richiede «perlomeno, più senso della misura».

Il summit dell’Aquila dimostra che, aggiunge il Capo di Stato, «come ha scritto Sergio Romano sul Corriere , in certe occasioni il governo, piaccia o no, rappresen­ta l’intero Paese. Se ne esce a testa alta è una vittoria per tutti, se ne esce male siamo tutti sconfitti».

Sulle modalità di lavoro del G8 Napolitano si sente di fare un appunto: «Non può più funzionare – sostiene – la tecnica dei diversi ‘formati’ per cui il primo giorno ci si trova in otto e il secondo giorno il vertice diventa ‘più cinque’ o ‘più sei’, perché Paesi importanti come la Cina, l’In­dia o il Brasile di oggi non possono accettar­la. Ecco perché la soluzione vera sta nell’at­tribuire una maggiore rappresentatività ed efficacia alle istituzioni internazionali. Sia quelle di Bretton Woods (cioè innanzitutto il Fondo monetario internazionale), sia le stesse Nazioni Unite».