Il miracolo di Fondi, il Comune invulnerabile alla legge

Pubblicato il 24 Agosto 2009 - 14:53 OLTRE 6 MESI FA

Otto settembre 2008: il Prefetto di Latina, Bruno Frattasi, firma una richiesta di scoiglimento del Comune di Fondi per “accertati elementi di infiltrazione malavitosa”. Un dossier di 507 pagine con dentro la storia di dieci anni di indagini di ogni polizia possibile dello Stato italiano e una conclusione univoca: i clan Tripodo e Altieri erano di casa nell’amministrazione comunale.

Sei luglio 2009: la Direzione distrettuale Antimafia cala su Fondi con 17 arresti e sequestri per nove milioni di euro. In cella per corruzione Riccardo Izzi, fino al 13 febbraio 2008 assessore al Lavori pubblici. Ai domiciliari due drigenti comunali, Tommasina Biondino e Gianfranco Mariorenzi e Dario Leone e Pietro Munno, comandante e vice della Municipale.

Quindici maggio 2009: il ministro degli Interni Maroni si dice favorevole allo scioglimento. Agosto 2009: il consiglio dei Ministri non scioglie e il capo del governo spiega che non ci sono “prove”.

Domanda finora senza risposta: perchè il Comune di Fondi ottiene un trattamento diverso da quello di altri Comuni egualmente “infiltrati” dalla criminalità? Domanda numero due: cosa c’è a Fondi che impedisce l’arrivo di un commissario governativo?