“Il rilancio del turismo in Italia passa dai social”, parola di Simonetta Giordani

Pubblicato il 9 Dicembre 2016 - 13:48 OLTRE 6 MESI FA
Simonetta Giordani

Simonetta Giordani

Milano – Super esperta di innovazione e turismo, Simonetta Giordani spiega su socialcomitalia.com come social e web hanno cambiato l’offerta turistica.

La Giordani è una che se ne intende. Oggi consigliere di amministrazione del Gruppo Ferrovie dello Stato e della Fondazione FS e membro del Comitato editoriale di VOLTA.  Dal maggio 2013 al febbraio 2014 è stata Sottosegretario di Stato ai Beni Culturali con delega al turismo. In questa veste ha avuto il compito di implementare il piano strategico nazionale del settore e coordinare il tavolo di confronto con le Regioni.

Non solo. È anche responsabile Sostenibilità di Atlantia, società capogruppo di Autostrade per l’Italia e Aeroporti di Roma, nonché presidente del Comitato “Arte & Impresa: corporate cultural responsibility”, all’interno dell’Associazione Civita, che opera sul tema della tutela e della valorizzazione condivisa del patrimonio storico-culturale, come strumento della Sostenibilità d’impresa. Il suo impegno nel mondo delle tlc è di lungo corso. Quando nel 1996 è capo segreteria del Ministero delle Telecomunicazioni Antonio Maccanico, partecipa al percorso biennale di riforma del settore, che ha portato poi alla liberalizzazione del sistema e all’istituzione dell’Agcom. Nel 1999, Wind la sceglie con l’incarico di responsabile delle Relazioni Istituzionali nazionali e internazionali.

Riporta il magazine dedicato a web e social media.

Giordani è stata tra i principali ospiti di SocialCom in occasione della Festa della Rete del 3 dicembre scorso. “Ormai se un’idea non è in rete è come se non esistesse. Un salto culturale enorme per chi è cresciuto in un altro mondo”, su questo e sulla gestione digital del patrimonio artistico e culturale italiano si è soffermata durante l’evento “Rischi e opportunità della Comunicazione al Tempo dei Social”.

In questa occasione Simonetta Giordani ha rilasciato un’interessante intervista:

I social e il web hanno cambiato negli anni l’offerta turistica (pensiamo alla portata rivoluzionaria di Airbnb e business simili). Perché in Italia il comparto turistico sembra avere ancora così tante difficoltà a usare tutte le potenzialità della Rete? Come invertire la tendenza? 

«Siamo in forte ritardo perché il turismo in Italia è di fatto un settore svantaggiato: l’attuale assetto istituzionale, con le regioni che hanno la competenza esclusiva in materia, ha impedito sino ad oggi lo sviluppo di una strategia organica a livello nazionale. Per di più, abbiamo un ritardo, un digital divide complessivo, che si è spalmato anche sul turismo. Negli ultimi tre anni abbiamo comunque fatto passi da gigante: per la prima volta è stato siglato un accordo tra Ministero dei Beni Culturali, Ministero dello Sviluppo Economico e l’Agenzia per l’Italia Digitale,  per creare un focus sul turismo nell’ambito dell’agenda digitale nazionale, al fine di definire standard e regole uniformi nel variegato mondo del turismo via web. A questo si aggiunge il laboratorio del turismo digitale, TDLab, istituito presso il Mibact, dal quale sono state indicate più di 30 azioni prioritarie, su come migliorare servizi e creare un ecosistema digitale per il turismo. La gran parte di queste azioni sono state inserite nel Piano Strategico Nazionale del turismo, attualmente in fase di approvazione».

Il turismo in Italia è uno dei settori dove ci sono più vittime di truffe online. Spesso anche il meccanismo delle false recensioni online contribuisce ad alimentare un sistema poco trasparente. Cosa si può fare per ridurre questi fenomeni preoccupanti?

«Si possono accogliere le nuove tecnologie. Una di queste è la  blockchain che offrirà la possibilità sia ai turisti che ai proprietari di servizi turistici di avere una loro identità digitale, tutto a favore di una maggiore trasparenza».

Come si svilupperà il rapporto tra web e turismo in futuro?

«Il web consentirà al turismo, soprattutto nel comparto culturale, di operare un cambio di paradigma. Ormai è chiaro che la comunicazione unidirezionale non funziona più. Le persone non comprano un prodotto, ma un’esperienza e vogliono orientarsi nella Rete e anche partecipare. L’offerta turistica dovrà essere in grado di usare la Rete e i social per raccontarsi con video, infografiche, immagini e aprire uno spazio per coinvolgere le persone direttamente nell’esperienza, chiedendo loro contributi, sempre attraverso i canali social. Solo così la “cultura” che fino a oggi non ha saputo raccontarsi sul web tornerà ad attrarre i turisti».

Oggi si parla tanto del tema della realtà aumentata e virtuale per cambiare per sempre l’offerta del patrimonio storico culturale e portarla a livelli diversi. Cosa si muove in Italia su questo fronte? È un trend percorribile?

«Direi proprio di sì. In Italia ci sono già esperimenti di grande successo come quello promosso da Piero Angela e Paco Lanciano con il loro viaggio nei Fori Imperiali. La realtà aumentata rende più fruibili posti difficili da capire  per i non esperti, come rovine e siti archeologici: solo con la luce e le tecnologie digitali ti trovi immerso nell’Antica Roma. La tecnologia ha una potenzialità enorme e permetterà di raccontare il nostro patrimonio storico artistico a tutti, di diffondere video e immagini attraverso i social network e catturare un nuovo pubblico di giovanissimi».