Iran/ Nel caos post-elettorale una rivoluzione col nome di due donne: Zahra

Pubblicato il 19 Giugno 2009 - 18:23 OLTRE 6 MESI FA

Zahra è un nome che i musulmani conoscono bene, datosi che Fatima az-Zahra era una delle quattro sorelle del profeta Maometto. Oggi Zahra è il nome di due importanti e rappresentative donne nell’Iran di Mahmoud Ahmadinejad. La columnist del Washington Post Kathleen Parker traccia le loro storie, una delle quali finita tragicamente.

Una delle donne è Zahra Rahnavard, la carismatica e coraggiosa moglie del candidato presidenziale riformista Mir Hossein Mousavi sconfitto alle recenti elezioni da Ahmadinejad. L’altra è Zahra Khanun, parimenti carismatica e coraggiosa, rappresentata in un nuovo film intitolato ”The Stoning of Soraya M,” (La Lapidazione di Soraya M.), che racconta la storia di una iraniana messa a morte con false accuse di adulterio.

Nel caos dell’Iran post-elettorale, scrive Parker, sta emergendo la questione femminile, ovvero quanto oppressivamente vengono trattate le donne nel Paese Islamico. Un oppressione di cui in Iran non si parla spesso, e nemmeno in Occidente. Ma i diritti umani sono al centro di quanto sta accadendo in Iran in questi giorni.

Scrive Parker: «Un governo che opprime il suo popolo può sopravvivere solo con la violenza, come il mondo può constatare dando uno sguardo alle strade e alle piazze di Teheran. E in Iran, come nel resto del mondo musulmano, la violenza contro le donne – e contro gli omosessuali e tutti coloro che sono considerati inferiori dai mullah maschilisti – non soltanto è permessa, ma anche giustificata sulla base della dottrina religiosa».

Zahra Rahnavard, che ha un dottorato in scienze politiche, è stata accanto al marito durante la campagna elettorale, e a quanto pare il governo, considerando la cosa intollerabile, ha fatto in modo che Mousavi perdesse. Nondimeno, Zahra Rahnavard ha continuato la sua battaglia, esortando gli studenti a protestare ed resistere alla repressione. «Salite sui tetti delle case – ha invocato Zahra – e gridate “Dio è grande!”»

Zahra chiede riforme politiche  l’eliminazione della cosiddetta ”polizia morale” e la fine della discriminazione contro le donne. Ahmadinejad, impaurito dal potere esercitato dalla donna sui manifestanti, ha cercato di diffamarla in tutti i modi, arrivando a mettere in dubbio il suo dottorato.

Il mondo potrà conoscere la storia dell’altra Zahra quando tra poco uscirà il film ”The Stoning of Soraya M.”, una storia vera basata sul libro con lo stesso nome del giornalista franco-iraniano Freidoune Sahebjam. Il film inizia quando il giornalista è costretto a fermarsi in un piccolo villaggio a causa di un guasto alla macchina. Zahra Khanun, sfidando la disapprovazione degli abitanti del villaggio, lo invita a causa per raccontargli come il male ha visitato il villaggio.

In breve, la nipote di Zahra, Soraya, madre di quattro figli, era stata accusata di adulterio dal marito violento ed infedele, che aveva chiesto il divorzio perché voleva sbarazzarsi di lei avendo un’altra relazione.

Quando Soraya rifiutò, l’uomo e i mullah, la accusarono di adulterio. Come si evince dal titolo del film, Soraya fu trovata colpevole e lapidata nella pubblica piazza. Scrive Parker: «La scena della lapidazione è talmente realistica che non potrò mai dimenticarla». Zahra in italiano significa ”Raggio di Luce”.