IRAQ, BUSH: ”A GENNAIO 8.000 SOLDATI A CASA”

Pubblicato il 8 Settembre 2008 - 23:18 OLTRE 6 MESI FA

Iraq_marine L’esercito americano resterà in Iraq fino alla fine dell’anno poi, intorno alla metà di gennaio, circa 8000 militari torneranno a casa. Bush, anticipano fonti governative, lo ufficializzerà oggi in un discorso sull’andamento dell’operazione nella sede della ‘National Defense University’ di Washington. Il presidente Usa annuncerà anche il prossimo invio di truppe in Afghanistan.

La portavoce della Casa Bianca, Dana Perino, si è limitata a indicare come "probabile" la data di oggi per l’annuncio di Bush; né lei né le anonime fonti governative si sono tuttavia sbilanciate su quanto dichiarerà Bush. Negli ambienti politici e militari si ritiene comunque che questi accoglierà le indicazioni del generale David Petraeus, attuale comandante in capo delle truppe statunitensi in Iraq, che il 16 settembre passerà le consegne al pari gradi Raymond Odierno.

"Mentre i progressi in Iraq sono fragili e non ancora irreversibili – afferma Bush nel discorso preparato – il generale Petraeus riferisce che appare esservi adesso un ‘grado di stabilita nei progressi raggiunti’. E se tali progressi continueranno sarà forse possibile avere ulteriori riduzioni nella prima metà del 2009".

In sintesi, il livello delle truppe statunitensi rimarrà sostanzialmente invariato per quello che resta del secondo e ultimo mandato di Bush, dunque fino alla fine del prossimo gennaio, sebbene circa ottomila uomini saranno richiamati in patria già prima: in particolare a novembre un battaglione dei Marines, attualmente di stanza nella provincia occidentale irachena di al-Anbar, e nel febbraio 2009 una brigata da combattimento dell’Esercito.

Sarà per contro incrementata la presenza militare Usa in Afghanistan: sempre in novembre vi sarà infatti inviato un battaglione dei Marines che si sarebbe invece dovuto dispiegare in Iraq, e a gennaio lo seguirà ancora una divisione da combattimento dell’Esercito. Una sorta di ‘travaso’ di uomini, insomma, che dovrebbe condurre in Afghanistan grosso modo 4.500 effettivi supplementari.

Dunque a sei anni dall’intervento contro il regime di Saddam Hussein, le truppe Usa di stanza nel Paese diminuirebbero così a 145.000 effettivi, comunque di più rispetto al gennaio 2007, quando Bush preannunciò la cosiddetta ‘surge’ per contrastare la violenza inter-settaria tra fazioni irachene, cioè l’invio di ulteriori trentamila soldati, la maggior parte dei quali ritirati già entro il mese scorso. Bush nel suo intervento ventilerà inoltre l’ipotesi che ulteriori riduzioni delle truppe americane possano avvenire in Iraq nel corso della prima metà del 2009, "se i progressi là registrati sul campo continueranno a tenere".