Istruzione/ Tribunale di Tivoli: “Equiparare gli stipendi degli insegnanti”. Il ministero rischia di dover pagare due miliardi di arretrati

Pubblicato il 7 Agosto 2009 - 13:25 OLTRE 6 MESI FA

Tutti gli insegnanti devono percepire gli stessi stipendi. E ora, dopo la sentenza del Tribunale di Tivoli, il Ministero dell’Istruzione rischia di dover pagare una cifra tra 1.5 e 2 miliardi di euro.

Tutto nasce da una causa di un’insegnante di lettere, Alessandra Bove, divenuta di ruolo dopo cinque anni di precariato. La professoressa, per anni, ha guadagnato, senza saperlo meno dei suoi colleghi precari che insegnano religione. Poi, contattata dall’avvocato radicale Claudio Zaza, ha deciso di fare causa al ministero.

Contro ogni sua ottimistica previsione, il giudice Attilio Mari le ha dato ragione riconoscendole la ricostruzione della carriera, gli arretrati e l’addebito delle spese processuali alla controparte.

Il problema deriva da un vuoto normativo. Fino al 2003, infatti, gli insegnanti di religione potevano avere solo incarichi annuali, senza poter mai diventare di ruolo. Dal 1961, come forma di compensazione, è previsto uno scatto biennale. Nel 2003, però, anche i professori di religione sono stati stabilizzati senza che nessuno si premunisse di intervenire sul 2.5% di aumento automatico. Risultato, parlare di Dio, a scuola, rende qualcosa di più.

La battaglia per l’equiparazione degli stipendi ora è nelle mani dell’associazione “Anticlericale.net” che ha deciso di avviare una serie di cause “pilota” su tutto il territorio nazionale.