iustizia:figlio amato,mio padre chiese invano protezione

Pubblicato il 9 Maggio 2011 - 08:37 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ''Solo leggere i nomi degli assassini di mio padre sul giornale e' un tuffo al cuore. Una ferita dolorosissima che si riapre''. Sergio Amato, figlio del sostituto procuratore di Roma, Mario Amato, ucciso nel 1980 da Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, intervistato da La Repubblica ricorda l'assassinio del padre che era ''l'unico magistrato che indagava sull'eversione di destra''. Per il giovane figlio del magistrato la Giornata della memoria ha il compito di ''togliere dall'oblio tante storie dimenticate del terrorismo. Morti di cui non si parla mai – afferma – mentre gli assassini di mio padre godono di una rilevanza mediatica enorme''. E aggiunge che quando ha visto i manifesti di Lassini a Milano sulle toghe come Br, ha pensato al padre e ''alla sua solitudine''. Sergio Amato si dice convinto che tra la morte del padre e la strage di Bologna ci sia un legame: ''colpirono Amato per avere il via libera per il 2 agosto''. Dietro ai recenti attacchi alla magistratura, c'e' l'obiettivo di ''alterare l'equilibrio dei poteri'' e ''smantellare il potere indipendente'' della magistratura. Il caso del giudice Amato, secondo il figlio, ''non e' chiuso'' e il giovane avanza l'ipotesi che la P2 non fosse estranea al delitto. ''A Roma, l'eversione di destra – aggiunge – era presa volutamente sottogamba. Quattro anni prima avevano gia' ucciso un altro magistrato che se ne occupava, Vittorio Occorsio, del quale mio padre aveva ereditato i fascicoli. Ma non ebbe alcun sostegno, al punto che lo denuncio' due volte al Csm'' e poi ''venne avvicinato da emissari di Gelli ma tiro' dritto''.