La ricetta di Corrado Passera: per la ripresa, difendere il Welfare, aiutare i più deboli

Pubblicato il 5 Settembre 2009 - 17:19 OLTRE 6 MESI FA

RO140709ECO_0012Il peggio della crisi è alle spalle e Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, tira un sospiro di sollievo e ci regala una prospettiva di ottimismo per la domenica, la prima di un settembre ancora estivo in gran parte d’Italia.

Avverte però anche che bisogna guardarsi dalle facili illusioni, perché per la ripresa ci vorrà del tempo, anche se le iniziative realizzate in Italia vanno nella direzione giusta: «Ora tutti assieme, imprese, banche e amministrazione politica, dobbiamo fare di tutto per mettere in moto quanto facilita e appoggia questo timido inizio di crescita».

«Nessuno sa esattamente» quando terminerà la crisi: «Certamente molti indicatori hanno smesso di calare ed è un buon segno. Però se abbiamo toccato il gradino più basso, per recuperare ci vorrà sicuramente parecchio tempo. L’Italia ha affrontato l’emergenza bene e ci sta passando attraverso tutta una serie di iniziative che vanno nella direzione giusta».

Il rischio che a causa della crisi emergano delle forti tensioni sociali «dipenderà dalla capacità che avremo nei vari paesi di fronteggiare il disagio», ha detto ancora Passera. «Questo vuol dire  una difesa dei sistemi di welfare, che dovranno essere ovviamente in tanti casi innovati e resi più efficienti. Probabilmente c’è tutta una tematica di fiscalità sui redditi più bassi che deve essere affrontata».

Quando un sub-continente come l’Europa occidentale ha 22 milioni di disoccupati «deve considerare, come sta considerando, la crescita il suo problema numero uno e la sua priorità numero uno. Poi sappiamo che il recupero sarà inevitabilmente complicato, perché oggi siamo con bassissimi livelli di utilizzazione della capacità produttiva e quindi gli investimenti tarderanno. Certamente dall’America verrà meno supporto perché ci sarà meno leva finanziaria e più risparmio. Poi ci sono da smaltire anche gli enormi debiti pubblici che si sono accumulati».

Per tutta queste ragioni, ha concluso Passera, dobbiamo «pensare a delle misure un po’ eccezionali che aiutino il mercato, che da solo molto probabilmente tarderebbe a rimettere in moto la crescita, sia a livello europeo e sia a livello di ogni singolo paese. In Europa la priorità sono l’innovazione, l’energia e le infrastrutture». C’è ampio consenso sul fatto che andrà «mantenuto e salvaguardato il modello europeo sia di competitività sia di coesione sociale, perché se c’è una qualità del nostro modello rispetto a quelli di quasi tutte le altre parti del mondo è questo valore nel dare importanza sia alla competitività e sia alla coesione sociale».