LA RUSSA ELOGIA IL SOLDATI DI SALO’: SUBITO LO STOP DI NAPOLITANO

Pubblicato il 8 Settembre 2008 - 00:58 OLTRE 6 MESI FA

Napolitano_bello Sul fascismo (definito nei giorni scorsi «un fenomeno complesso, molti vi aderirono in buona fede») e sulle leggi razziali («Quelle sì che furono il male assoluto, un cedimento al nazismo») Gianni Alemanno corregge il tiro. Ma il ministro della Difesa Ignazio La Russa in un certo modo rilancia. Il sindaco di Roma approfitta del discorso in ricordo dei caduti per la Difesa di Roma durante la Resistenza, pronunciato nel corso delle celebrazioni del 65esimo anniversario della Difesa di Roma e dell’inizio della guerra di Liberazione. «Per il sottoscritto comprendere la complessità storica del fenomeno totalitario in Italia e rendere omaggio a quanti si batterono e morirono su quel fronte in buona fede, non significa non condannare senza esitazione l’esito liberticida e antidemocratico di quel regime» ha spiegato Alemanno.

Ma, intervenendo alla stessa cerimonia e parlando davanti al Capo dello Stato (che ha invitato tutti i cittadini a rafforzare la memoria della Resistenza) il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha reso omaggio anche ai militari dell’esercito della Repubblica Sociale Italiana che, «dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della Patria». «Farei un torto alla mia coscienza – ha detto La Russa – se non ricordassi che altri militari in divisa, come quelli della Nembo dell’esercito della Rsi, soggettivamente, dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della patria, opponendosi nei mesi successivi allo sbarco degli anglo-americani e meritando quindi il rispetto, pur nella differenza di posizioni, di tutti coloro che guardano con obiettività alla storia d’Italia».

Netta la replica del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Non perdere ma anzi rafforzare la memoria della Resistenza. È questo il suo incoraggiamento a tutti i cittadini, durante le celebrazioni del 65esimo anniversario della Difesa di Roma. «Vorrei incoraggiare tutti a rafforzare il comune impegno di memoria, di riflessione, di trasmissione alle nuove generazioni del prezioso retaggio della battaglia di Porta San Paolo, della difesa di Roma e della Resistenza» ha detto il Capo dello Stato.

Secondo Napolitano, la Resistenza «andrebbe forse ricordata nella sua interezza» e per questo, spiega il presidente della Repubblica, «ho parlato di un duplice segno della Resistenza: quello della ribellione, della volontà di riscatto, della speranza di libertà e di giustizia che condussero tanti giovani a combattere nelle formazioni partigiane» e «quello del senso del dovere, della fedeltà e della dignità che animarono la partecipazione dei militari, compresa quella dei seicentomila deportati nei campi tedeschi, rifiutando l’adesione alla Repubblica di Salò».

La polemica scatenata dalle frasi di Alemanno è destinata dunque a restare accesa. La comunità ebraica ha chiesto al sindaco di Roma di chiarire il significato delle sue frasi. E il segretario del Partito Democratico e ex primo cittadino della Capitale Walter Veltroni si dimetterà in giornata, a quanto si apprende, dal comitato per il museo della Shoah, proprio in rottura con le affermazioni del sindaco sul fascismo. Veltroni spiegherà le motivazioni del suo gesto in una lettera al comitato del museo. Il leader del Pd era stato da sindaco tra i promotori del comitato del museo romano e, dopo le sue dimissioni da primo cittadino gli era stato chiesto di rimanere, ma per Veltroni sarebbe inaccettabile restare in un organismo in cui siede chi non condanna in modo inequivocabile il fascismo e le leggi razziali.