LA UE BOCCIA PROPOSTA DI IMPRONTE AI BIMBI ROM

Pubblicato il 27 Giugno 2008 - 06:18 OLTRE 6 MESI FA

Rom_bimbi Mentre in Italia non si placa la polemica politica, anche la Commissione Ue prende la parola sulla proposta del ministro dell’Interno Roberto Maroni di prendere le impronte digitali ai bambini rom. E lo fa per contestare il provvedimento sottolineando come la schedatura dei piccoli nomadi violi le norme comunitarie in materia.

LE REGOLE COMUNITARIE – Quella che arriva da Bruxelles non è una presa di posizione ufficiale, perché la Commissione europea – ha spiegato un portavoce – non commenta quello che al momento sono ancora «dichiarazioni» di politici sulle impronte digitali per i rom. Tuttavia, replicando alle domande dei giornalisti, lo stesso portavoce rileva che la schedatura non è comunque possibile secondo le regole Ue.

MARONI E L’UNICEF – Il capo del Viminale era tornato a ribadire la bontà del provvedimento e in un’intervista al Tg1 di giovedì sera ha spiegato che si tratta di «una misura giusta, a tutela dei minori, usati per l’accattonaggio» e che per questo «andiamo avanti». Il sindaco di Milano, Letizia Moratti, aveva dato il suo assenso preventivo al provvedimento, che non piace invece al comitato italiano dell’Unicef, il fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, che lo vede come provvedimento discriminatorio. E al ministro Maroni che aveva detto che chi protesta forse è d’accordo sul fatto che i piccoli rom vivano tra i topi, il presidente dell’organizzazione, Vincenzo Spadafora, replica che sono da considerare «inaccettabili le condizioni di vita attuali di molti dei bambini rom in Italia» ma che «non si può, per "proteggere" i bambini, violare i loro diritti fondamentali. Non dobbiamo criminalizzare le vittime. Dobbiamo invece colpire chi abusa e sfrutta i bambini».