Le confessioni di Valeriè Tasso

Pubblicato il 8 Aprile 2009 - 19:10 OLTRE 6 MESI FA

Francese di nascita,  Valérie è alta, snella, un viso che ricorda un po’ Françoise Hardy. Non si è più mossa dalla Spagna però da  quando, giovane studentessa, si era recata a  Barcellona  per uno stage.  Varie esperienze di lavoro, vari uomini, vari giochi erotici. Poi l’ uomo sbagliato : depresso e senza soldi.  A questo punto decide di fare la prostituta. Anni dopo, utilizzando il proprio diario, Valérie decide di raccontare tutto in un libro, “Diario di una ninfomane”: diventa subito un bestseller. Ne fanno anche un film.

Nell’autunno scorso, quando il film esce in Spagna, scoppia la polemica per il manifesto giudicato osceno.   Perché scandalizzarsi, si chiede mademoiselle Tasso: se c’è da scandalizzarsi,  altre cose ci sono.  “La prostituzione non è quell’abiezione infame,  ma  un lavoro come altri, dove si viene pagate per delle prestazioni, non più duro che fare la cassiera del supermercato.  Io ho scelto liberamente di fare la prostituta è stato un modo anche per   divertirmi e  fare delle amicizie”.

Aggiunge la Tasso: “Spesso mi obiettano: ma come hai fatto, tu proprio non hai la tête à pute, come se esistesse una mentalità, una predisposizione… Per molti, prostituirsi è vendere il proprio corpo. Ma dove mai? Una riceve danaro in cambio di prestazioni, il corpo rimane suo. Capisco che ci siano difficoltà ad accettare quello che dico, del resto nella mia famiglia hanno preferito fingere di non sapere, per questo ho usato lo pseudonimo e non ho fatto tradurre il libro in francese”. Un anno fa, Valérie, nell’introduzione del suo Antimanuale concludeva così: «Una volta dissi di essere stata puttana. Oggi forse continuo a esserlo.