LE VECCHIE GUERRE DELL’ANNO NUOVO

Pubblicato il 31 Dicembre 2008 - 05:01 OLTRE 6 MESI FA

di Giorgio

L'anno nuovo 2009, inizia con il vecchio più vecchio: le guerre. Molte sono le guerre che si trascinano da tempo e che fanno vittime innocenti, uccidendo donne e bambini. E’ giusto che l’anno scada una settimana dopo il Natale. Che Natale sarebbe se non nascesse il nuovo anno? Ma che senso ha andare a Betlemme e gridare «pace a tutti gli uomini di buona volontà»? In questi giorni di fine 2008, sulle pagine dei quotidiani balza la guerra tra israeliani e palestinesi nella striscia di Gaza: un conflitto che sembra non avere fine. 60 anni fa, finita la diaspora ebraica, nasceva quella palestinese. Il 2008 è stato anche il 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. L’odio fomentato da interessi di diversa natura continua a seminare morti. E’ di questi giorni l’affermazione di Bush che la guerra in Iraq non è ancora finita; a pensare che lo stesso aveva festeggiato la fine di quella su una portaerei. E in Afghanistan? Nel Congo? In Darfur, in Pakistan, in Cecenia, in Libano, in Sri-Lanka, in Georgia? Per citarne qualcuna a memoria? La risoluzione dei conflitti violenta e per via militare, non sana mai le ferite inferte e alimenta continui odi e vendette. Come faide ancestrali le guerre perpetuano l’orrore che siamo capaci di produrre e subiamo. Caino continua a uccidere Abele e noi figli dell’assassino e dell’assassinio continuiamo come una condanna divina a morire in quel modo: uccisi da fratelli che non conosciamo e non vogliamo riconoscere.