Un anno per una mammografia: le eterne liste d’attesa dell’Asl in Italia

Pubblicato il 30 Settembre 2011 - 13:22 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Un anno per una mammografia, sei mesi a Bari per una risonanza e a Roma per un’ecografia, 3 mesi a Palermo per una tac. Questi sono i tempi d’attesa per svolgere un accertamento diagnostico nelle Asl italiane. Il quadro descritto nell’inchiesta di Repubblica parla di un attesa media di 50 giorni. Ma la media va da pochi giorni, evento raro nel Sistema sanitaro nazionale, a diversi mesi se non addirittura un anno nella maggior parte delle strutture. Liste d’attesa eterne che costringono i cittadini a rivolgersi a strutture private, che garantiscono l’esame in pochi giorni ma a costo ben differente.

Ogni anno in Italia gli accertamenti clinici sono circa 70 milioni, un numero sempre in crescita tra medici che prescrivono esami anche quando non strettamente necessari. Solo la richiesta di risonanze magnetiche è aumentata in un anno del 7 per cento.  Ma i lunghi tempi di attesa, ritenuti eccessivi dal 70 per cento dei cittadini, spingono spesso gli italiani a rivolgersi a strutture ed ambulatori privati, per una spesa annua di ben 1,3 miliardi di euro.

Il sistema sanitario nazionale non reagisce bene alle numerose domande dei cittadini, con il 34 per cento delle attrezzature disponibili ad alto contenuto tecnologico già vecchie di 8 anni , mentre sono 10 gli anni delle attrezzature con profilo tecnologico basso. Franco Vimercati, radiologo presidente della Federazione italiana società medico scientifiche, ha spiegato: “Secondo la nostra ricerca non lavorano al loro massimo, cioè almeno 66 ore la settimana a macchina. Perché questo avvenga ci vorrebbero 600 radiologi in più dedicati a quelle prestazioni nel pubblico”.

Le gravi difficoltà economiche in cui versa la sanità italiana, i cui fondi alle regioni continuano a diminuire, come ha sottolineato il responsabile Cgil medici Massimo Cozza: “Il peggio deve arrivare. Aspettiamo altri tagli. Sostituire i colleghi che vanno in pensione sarà sempre più difficile e vedremo le liste di attesa aumentare ancora”.

A guadagnare in questa situazione sono sicuramente i privati. Un cittadino che ha bisogno di un ecoolordoppler ad esempio può scegliere tra i 2 giorni di attesa presso un privato e 270 giorni se desidera sostenere l’accertamento in un ospedale di Roma. Vittorio Cavaceppi, presidente dell’Anisap o Associazione nazionale delle istituzioni sanitarie private, ha detto: “Siamo un’ancora di salvezza, soprattutto oggi che la situazione nel pubblico sta peggiorando”.

Cavaceppi ha poi aggiunto: “Spesso facciamo sconti per andare incontro alle persone. Certo, la nostra attività privata cresce in periodi di difficoltà per il pubblico come questo. Un dato dell’aumento del nostro lavoro? E’ impossibile darlo, perché ogni Regione ha la sua storia”. Una storia per ogni Regione, ma un (infelice) epilogo comune per tutti i cittadini dilaniati dalle attese e dagli alti costi per potersi curare.