Matrimoni gay/ In Italia esiste una coppia omosessuale legalmente sposata. Nessun inganno, solo un funzionario che confonde una “E” con una “A”

Pubblicato il 10 Agosto 2009 - 15:48 OLTRE 6 MESI FA

Per alcuni saranno mosche bianche, per altri pecore nere, ma almeno una coppia gay legalmente sposata in Italia c’è.  Che poi sia solo il frutto della distrazione di qualche funzionario e di una procedura che è eufemistico definire farraginosa, conta decisamente poco.

Resta, invece, il riconoscimento ufficiale del matrimonio tra un bancario italiano di 36 anni, e suo marito, un consulente finanziario francese.

“Colpa” del nome del francese, che finisce per “e”, ed è stato scambiato per nome femminile da un funzionario poco attento che lo ha registrato come moglie. Ad esempio, un “Emile” in francese è nome maschile ma la burocrazia italiana può leggere: “Emilia”.

La storia inizia, un po’ per caso, in California. La coppia, già insieme da diversi anni, si trova in vacanza nello stato governato da Schwarzenegger proprio durante il periodo in cui vengono celebrati matrimoni tra persone dello stesso sesso anche non residenti. Una breve stagione di libertà, durata meno di sei mesi e cancellata da un referendum, quando però, le promesse di amore eterno erano già state 18.000, compresa quella della coppia italo francese.

Un matrimonio sobrio ed essenziale (neppure lo scambio delle fedi, visto che i due lo avevano fatto anni prima) e poi il ritorno in Francia, dove i due convivono già da un decennio. Lì, per la coppia, arriva il riconoscimento grazie ai Pacs. A quel punto manca solo la regolarizzazione nel nostro Paese. Ma come cambiare lo stato civile in uno stato in cui non sono interamente riconosciute neppure le coppie di fatto?

Paradossalmente, nel modo più semplice: limitandosi ad osservare le regole. Così il bancario spiega come ha ottenuto l’inaspettato riconoscimento: «Ho seguito la trafila burocratica, rimandando il certificato di matrimonio a Sacramento affinché le autorità notarili californiane lo “apostillassero” (convalidassero). Dopo averli fatti tradurre da un traduttore giurato, ho raccolto i documenti e li ho spediti al consolato italiano in California. In America sugli atti di matrimonio non vi sono indicazioni sul sesso dei contraenti, ma solo i nominativi. Il mio compagno ha un nome che termina con la e, scambiato spesso per femminile. Non hanno fatto domande, hanno messo tutti i timbri che servivano e hanno inviato l’incartamento al ministero degli Esteri a Roma, che a sua volta ha convalidato e trasmesso tutto in Italia al Comune dove risulto come residente all’estero».

Così, per la legge, i due sono sposati. Certo, il francese figura come moglie, ma, per i due, sembra poco più che un dettaglio.