Medio Oriente/ Netanyahu sfida Obama, e i palestinesi respingono le proposte del premier israeliano definendole ”razziste”

Pubblicato il 15 Giugno 2009 - 09:24 OLTRE 6 MESI FA

Nel suo discorso di domenica il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha lanciato la sua sfida all’amministrazione di Barack Obama accettando di mala voglia l’idea di uno stato palestinese, ma smilitarizzato, e ponendo altre condizioni che sono state subito respinte dai palestinesi, a quanto scrive il Times.

”Il discorso di Netanyau silura tutte le iniziative di pace nella regione”, ha dichiarato Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente palestinese Abu Abbas. E un alto funzionario palestinese, Yasser Abed Rabbo, ha rincarato la dose affermando che il premier israeliano ”ha parlato di uno stato palestinese svuotato di ogni sostanza ed escludendo di fermare l’espansione degli insediamenti”, come richiesto da Obama.

Poi, la questione più grossa di tutte, il problema Hamas: Israele, ha detto Netanyahu, non intende negoziare con i terroristi che vogliono la sua distruzione e per questo i palestinesi devono scegliere tra un cammino di pace e Hamas.

Da Gaza, dove governa da due anni a seguito di libere e democratiche elezioni, Hamas ha condannato l’offerta di Benjamin Netnayahu di uno Stato palestinese demilitarizzato, con il vincolo di tutte le condizioni poste, come un chiaro esempio di “ideologia razzista e estremista”.

Secondo Fawzi Barhum, portavoce di Hamas, che controlla Gaza dal giugno 2007, le parole di Netanyahu “negano i diritti del popolo palestinese e confermano la politica del suo governo che punta a trasformare il popolo palestinese in uno strumento per difendere l’occupazione”.

Reazioni almeno in apparenza positive invece dagli Stati Uniti al discorso di Netanyahu sulla possibile costituzione di “uno stato palestinese”. La apparente apertura di Netanyahu rappresenta “un importante passo avanti”, ha detto il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs. Secondo Gibbs, il presidente Obama “accoglie positivamente l’importante passo avanti nel discorso del primo ministro Netanyahu”.

Appare evidente che, in questa fase preliminare dell’auspicato processo di pace in Medio Oriente, il presidente Obama ha preferito cogliere l’unico elemento positivo, costituito dalla disponibilità a considerare, da parte israeliana, uno stato indipendente palestinese quanto meno come ipotesi di lavoro. La Casa Bianca ha invece evitato di approfondire tutte le condizioni poste da Netanyahu, che di fatto rendono vana qualsiasi speranza.

Ma per Netanyahu, che è andato al governo con i voti degli estremisti razzisti di destra guidati dal moldavo Avigdor Lieberman, dare l’apertura contenuta nel suo discorso di domenica, rappresenta per certi osservatori già una importante forzatura.