Mezzogiorno/ “Investimenti che rallentano, famiglie che non consumano” secondo il rapporto Svimez. Sempre più laureati se ne vanno via

Pubblicato il 16 Luglio 2009 - 12:12 OLTRE 6 MESI FA

«Investimenti che rallentano, famiglie che non consumano». Questi, secondo l’ultimo rapporto Svimez, le due cause principali della crisi al Sud. Le famiglie «hanno ridotto al Sud la spesa dell’1,4% contro il calo dello 0,9% del Centro-Nord. Mentre gli investimenti sono scesi del 2,1% annuo dal 2001 al 2008, tre volte tanto rispetto al Centro-Nord (-0,6%), anche a seguito della riduzione o abolizione di alcune agevolazioni (credito d’imposta, legge 488)».

Quello che emerge dal rapporto Svimez è un Mezzogiorno in recessione, dove ad arrancare sempre più è l’industria che da sette anni consecutivi cresce meno del Centro-Nord. Inoltre c’è il problema dell’emigrazione, un luogo dove crescono gli anziani ma non arrivano gli stranieri, un Sud dove esistono realtà economiche eccellenti ma non si trasformano in sistema né si intercettano stabilmente investitori e turisti stranieri.

Nel 2008 il Sud è calato dell’1,1%, «con una minima percentuale di differenza rispetto al Centro-Nord (-1%). Il Pil per abitante è pari a 17.971 euro, il 59% del Centro-Nord (30.681 euro), con una riduzione del divario di oltre 2 punti percentuali dal 2000 che però è dovuta solo alla riduzione relativa della popolazione.

Un altro indicatore rende l’idea della situazione stagnante: nel 1951 nel Mezzogiorno veniva prodotto il 23,9% del Pil nazionale. Sessant’anni dopo, nel 2008, la quota è rimasta sostanzialmente immutata (23,8%). Dal 1951 al 2008 il Sud è cresciuto circa agli stessi ritmi del Centro-Nord, ma non e’ riuscito e non riesce a recuperare il gap di sviluppo».

Secondo i dati del rapporto, «a livello regionale la Campania mostra una diminuzione del Pil particolarmente elevata (-2,8%), mentre le altre regioni meridionali presentano perdite più contenute. Meno colpita dalla crisi la Puglia (-0,2%)» mentre si è registrato per la Basilicata una crescita del Pil di ben il 24% rispetto al 2007.

Per quanto riguarda la situazione dei laureati nel Sud ecco i dati principali: «nel 2004 partiva il 25% dei laureati meridionali con il massimo dei voti; tre anni piu’ tardi la percentuale e’ balzata a quasi il 38%». Rispetto all’inizio del 2000 sono «cresciuti i giovani meridionali trasferiti al Centro-Nord dopo il diploma che si sono laureati li’ e li’ lavorano, mentre sono calati i laureati negli atenei meridionali in partenza dopo la laurea in cerca di lavoro».

Nel 2008 il Mezzogiorno ha perso oltre 122mila residenti a favore delle regioni del Centro-Nord a fronte di un rientro di circa 60 mila persone. Riguardo alla provenienza, oltre l’87% delle partenze ha origine in tre regioni: Campania, Puglia, Sicilia.