Milano/ Il ragazzo a cui l’Atm aveva negato l’assunzione perché marocchino vince il ricorso contro l’azienda. Il leghista Matteo Salvini dice: “I giudici tornino in Marocco”

Pubblicato il 21 Luglio 2009 - 17:46 OLTRE 6 MESI FA

Mohamed Hailoua, il ragazzo di 18 anni di origine marocchina, a cui il 10 giugno scorso era stato negata l’assunzione dall”Atm (Azienda di trasporti milanesi) perché di nazionalità straniera, ha vinto la sua battaglia.

Il caso era scoppiato a causa di un regio decreto del 1931 che prevede la cittadinanza italiana o europea per lavorare nel trasporto pubblico. Il ragazzo aveva già presentato un reclamo al Tribunale del Lavoro di Milano ma gli era stato respinto. Ha allora nuovamente presentato ricorso e i giudici del Tribunale di Milano gli hanno dato ragione dichiarando il «carattere discriminatorio» del comportamento dell’azienda.

Il collegio, presieduto dal giudice Chiarina Sala, ha così ordinato ad Atm «la rimozione della richiesta della cittadinanza tra i requisiti di selezione delle offerte di lavoro e delle proposte di assunzione, in moduli cartacei o telematici».

In fretta e furia arriva anche il commento del neo europarlamentare Matteo Salvini che, appena uscito dalla bufera con i napoletani per la canzone infamante cantanta ad una festa della Lega, ora se la prende con i giudici che hanno accolto il ricorso del povero Mohammed. Secondo Salvini la sentenza è «aberrante» e i giudici che l’hanno emessa dovrebbero «trasferirsi in Marocco».

Mentre per il vicesindaco di Milano Riccardo De Corato c’è il dubbio che la questione sia stata strumentalizzata ad arte per alzare un polverone contro Atm e, di riflesso, contro il Comune.