Montezemolo. “Basta gettare fango su Gianni Agnelli. Apprezzo e condivido le parole di John Elkann”
Il presidente di Fiat Luca Montezemolo, dopo il «non ci sto» di John Elkann «indignato» per le «strumentalizzazioni e le manipolazioni, per le falsità e la violenza delle parole» dette sul conto del nonno Gianni Agnelli nella campagna mediatica contro la famiglia e le polemiche sull’eredità dell’Avvocato, ha dichiarato: «Sono certo che c’è un’Italia che prova un sentimento di repulsione e non ne può più di questo imbarbarimento del costume civile e del fango tirato da più parti in queste ultime brutte settimane e che chiede che la si smetta».
Riferendosi alle dichiarazioni dell’erede dell’Avvocato Montezemolo afferma di aver «molto apprezzato e condiviso le parole di John Elkann, che ha pienamente ragione ad essere indignato per l’aggressione mediatica subita in questi ultimi tempi dall’Avvocato Agnelli e come lui siamo in tanti».
Il presidente di Fiat sottolinea anche di dovere «a Gianni Agnelli molto, moltissimo», e aggiunge di sentire «spesso la sua mancanza». Montezemolo, assicura di pronunciarsi «come cittadino di questo Paese che ha sempre apprezzato lo stile, la compostezza, il senso dello Stato dell’Agnelli imprenditore, editore, presidente di Confindustria e senatore a vita. Tutti coloro che lo hanno conosciuto e hanno lavorato con lui sanno che non meritava questi attacchi, tra l’altro senza possibilità di rispondere, lui che per tutta la vita è stato uno straordinario rappresentante dell’Italia nel mondo e il simbolo del capitalismo industriale di cultura internazionale».
A difendere l’avvocato è sceso in campo anche Henry Kissinger che si è detto «profondamente addolorato per come si sta infangando la memoria di Gianni Agnelli, un amico che non può difendersi». L’avvocato, continua Kissinger «resta un grande italiano, uno dei più grandi che il vostro Paese possa vantare».
Evasore fiscale? L’ex segretario di Stato americano assicura: «Non ci credo neanche se lo vedo, era talmente disinteressato che mai una volta mi ha sfiorato l’idea che possa aver fatto quello di cui oggi la figlia lo accusa».