Mubarak: ”Lieberman non è benvenuto in Egitto”. Il Papa a Betlemme appoggia patria palestinese

Pubblicato il 13 Maggio 2009 - 13:29 OLTRE 6 MESI FA

L’Egitto resta off-limits per il ministro degli Esteri israeliano, il falco Avigdor Lieberman, perchè «non è ancora ben accetto».

L’ altolà, a quanto riferisce l’Agi, è venuto dallo stesso presidente egiziano Hosni Mubarak, che in un’intervista alla tv israeliana riportata dall’agenzia Mena alla domanda se anche Lieberman sarà ricevuto in Egitto dopo l’incontro di lunedì con il premier Benjamin Netanyahu a Sharm el-Sheikh, il presidente ha risposto secco: «No. Ho rapporti con Netanyahu ma non ne avrò con Lieberman».

«Non so – ha aggiunto Mubarak – se il ministro degli Esteri Ahmed Abul Gheit l’abbia invitato o meno. Ma l’opinione pubblica egiziana non accetterà una visita di Lieberman, e questo perché Lieberman ha minacciato di distruggere la diga di Assuan» in caso di attacco egiziano.

Mubarak non ha citato tra gli ostacoli l’attacco personale rivoltogli da Lieberman, che lo scorso anno (quando non era ancora ministro) disse che il presidente egiziano per quanto lo riguardava poteva «andare al diavolo» se insisteva a non visitare Gerusalemme.

Nelle ultime settimane fonti israeliane avevano ripetutamente fatto girare la voce di un’imminente visita di Lieberman in Egitto, alleato chiave per il processo di pace.

Sempre parlando alla Tv israeliana, Mubarak ha sottolineato che prima del riconoscimento di Israele da parte del mondo arabo devono esserci progressi nei negoziati di pace con i palestinesi. «La sola via verso la pace è la creazione di uno stato palestinese», ha detto Mubarak.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, Mubarak e il presidente palestinese Abu Mazen saranno a Washington prossimamente per incontri separati con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

Con un gesto che potrebbe essere considerato distensivo, durante il suo incontro con Obama lunedi prossimo Netanyahu gli assicurerà che Israele rimuoverà tutti gli ostacoli al transito di aiuti umanitari nella striscia di Gaza, a quanto scrive il quotidiano israeliano Haaretz.

La decisione di Netanyahu va probabilmente collegata alla lettera che alti funzionari dell’Unione Europea hanno scritto a Lieberman e al ministro della difesa Ehud Barak esortandoli ad aprire immediatamente e permanentemente i transiti verso la striscia per il libero passaggio degli aiuti.

Prosegue intanto la visita del Papa, che oggi è arrivato a Betlemme, dove ha pronunciato un discorso rivolto ad Abu Mazen in cui ha affermato che «la Santa Sede appoggia il diritto del Suo popolo ad una sovrana patria Palestinese nella terra dei vostri antenati, sicura e in pace con i suoi vicini, entro confini internazionalmente riconosciuti».

«Anche se al presente questo obiettivo sembra lontano dall’essere realizzato, io – ha affermato il Papa – incoraggio lei e tutto il suo popolo a tenere viva la fiamma della speranza, speranza che si possa trovare una via di incontro tra le legittime aspirazioni tanto degli Israeliani quanto dei Palestinesi alla pace e alla stabilità».

Abu Mazen, dal canto suo, accogliendo l’ottantaduenne Pontefice, ha denunciato l’occupazione israeliana: «In questa Terra Santa ci sono coloro che continuano a costruire muri di separazione invece che ponti, e che provano a spingere musulmani e cristiani ad abbandonare questa terra».